NAPOLI. Presi cinque mesi dopo il raid all’agenzia 9 della Cariparma di Napoli. Gli autori della rapina con sequestro dei dipendenti, sono stati individuati e rintracciati in seguito a un fitto lavoro svolto dagli investigatori che hanno utilizzato le immagini riprese dalle telecamere dell’istituto di credito.
Entrarono nell’agenzia di via Cuneo della Cariparma, alle 12 e 35 circa del 10 ottobre. In tre, di cui uno a volto scoperto, estrassero dei cutter e dopo aver costretto impiegati e clienti a entrare nei bagni, si impossessarono di mille e 735 euro.
Durante le fasi della rapina, uno dei rapinatori, avendo notato che unimpiegata indossava una catena d’oro e un collier, se ne impossessò, strappandole gli oggetti dal collo della e facendosi poi consegnare dalla stessa anche un bracciale in oro che portava al polso destro.
Gli investigatori sentirono testimoni e vittime, e cominciarono a visionare le immagini catturate dall’impianto di videosorveglianza.
Le immediate indagini della sezione Antirapine consentirono di apprendere che il giorno della rapina, una signora che si trovava nei pressi di via Ancona aveva notato sopraggiungere da via Cuneo tre persone che salivano su un’autovettura, ripartita a forte velocità tanto che la donna aveva memorizzato la targa e le caratteristiche dellauto per poi riferirle a un agente della polizia municipale segnalandone linfrazione stradale.
Le verifiche, consetirono di accertare che l’auto era stata rubata e la targa – falsa – apposta dai tre. Ulteriori indagini incrociate, consentirono anche di controllare tabulati telefonici e conto corrente di una persona sospettata. Alla fine, la Mobile di Napoli ha chiuso il cerchio arrestando: Gianluca La Verdera, nato a Palermo,
Ciro Petrillo, e Antimo verde, dimartedì scorso, il gip presso ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei predetti.
Personale della sezione antirapine si è recata a Napoli dove ha rintracciato e arrestato Petrillo e Verde, trovati nelle proprie abitazioni nel comune di SantAntimo. Contemporaneamente, unaltra pattuglia si è recata a Montecchio Emilia (Reggio Emilia) dove ha rintracciato La Vardera.
Durante la perquisizione in casa di quest ultimo, è stata sequestrata una pistola scacciacani dalla quale è stato asportato dalla canna il previsto tappo rosso, un cutter e un proiettile calibro 7,65: l’indagato è stato perciò anche accusato dei reati di detenzione abusiva di munizioni e porto illegale di oggetti atti a offendere.