Scioperano dipendenti Mc Donald’s: “Contratti part-time e stipendi da fame”

di Redazione

 NAPOLI. Incrociano le braccia i dipendenti dei Mc Donald’s e scendono in piazza,sabato 23 marzo, contro i poco lauti contratti part-time.

Il motivo è la protesta contro l’azienda Napoli Futura, la società partecipata del pacchetto azionario Mc Donald’s che gestisce i dipendenti campani del fast food. “Gli accordi e i contratti, una volta sottoscritti, devono essere rispettati nella loro interezza e non solo per le parti che si ritengono più convenienti”. Lo ha detto Rino Strazzullo, segretario generale della Uiltucs.

“L’azione di lotta – spiega – si è resa purtroppo necessaria a causa delle azioni unilaterali poste in essere nell’ultimo periodo da un’azienda, la Napoli Futura, che ha scelto la strada del conflitto, aggirando accordi sindacali, liberamente sottoscritti dalle parti a tutela dei lavoratori. E’ chiaro che i lavoratori ed il sindacato non possono consentire all’azienda di mettere in discussione, senza alcuna motivazione reale, gli accordi sottoscritti, perché ciò significherebbe gettare alle ortiche il ruolo e la funzione di contrattazione propri dell’azione sindacale a tutela dei diritti dei lavoratori”.

“Nonostante l’atteggiamento dei McDonald’s di Napoli Futura, – spiega Stefania Giunta, della segreteria regionale del sindacato – che i lavoratori, si sono posti sempre in maniera costruttiva, con confronti sindacali tesi a garantire, su base volontaria dei dipendenti, sempre una fattiva disponibilità ad una mobilità concordata tra i vari punti ristoro. Purtroppo – continua Giunta – l’azienda non vuole rispettare le intese sottoscritte, ma vuole decidere di testa sua sui trasferimenti e sull’organizzazione del lavoro nei vari ristoranti, ledendo di fatto i diritti dei lavoratori”.

I punti vendita interessati alla vicenda che ha messo sul piede di guerra i lavoratori sono bene nove. E più precisamente I McDonald’s di Piazza Municipio a Napoli, Il McDrive di Afragola e quello nel complesso “Le Porte di Napoli” sempre di Afragola. Il McDrive di Casoria, i due di Pompei (Scavi e Cartiera), quello all’interno dell’Auchan di via Argine a Napoli, quello di Nocera Inferiore e di Salerno.

“L’assurdità di tale vicenda – riprende Strazzullo – è che chi gestisce i ristoranti sopracitati, non solo non valorizza la risorsa umana dei propri dipendenti ma sta causando forti tensioni ai lavoratori attraverso una campagna di contestazioni disciplinari che non solo portano forte stress ma anche dei veri danni emotivi che porterebbero di fatto a mettere in discussione il loro posto di lavoro. E’ utile dire – continua Strazzullo – che parliamo di lavoratori che all’80% hanno un contratto part-time con stipendi da fame. Va aggiunto che in molti casi ci sono madri lavoratrici che, con trasferimenti selvaggi, andrebbero a subire pericolosi squilibri tra tempi di vita e di lavoro che tanto vengono decantati dai vertici di McDonald’s Italia che i suoi partner non attuano. Per tale motivo chiediamo alla casa madre di intervenire e assumersi le proprie responsabilità”.

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