PYONGYANG. All’indomani dell’invio da parte degli Usa di due bombardieri B-2 Stealth in Corea del Sud, la Corea del Nord lancia nuove minacce contro gli Stati Uniti.
Come riferisce l’agenzia di stampa ufficiale Kcna, il leader nordcoreano, Kim Jong Un, ha ordinato l’allerta delle unità missilistiche “così da potere colpire in qualsiasi momento gli Stati Uniti, le loro basi militari nei teatri operativi dell’Oceano Pacifico, incluse quelle nelle isole Hawaii, nell’isola di Guam e nella Corea del Sud”.
Kim, citato dalla Kcna, sostiene che le azioni degli Stati Uniti ora “vanno al di là della fase di minaccia e di ricatto” e il leader nordcoreano ritiene che sia “arrivato il momento di fare i conti con gli imperialisti statunitensi”.
I due bombardieri, aveva spiegato il comando americano a Seul, sono stati inviati “per una missione di addestramento di lunga durata”. I bombardieri con capacità nucleari hanno sganciato delle “munizioni inerti” su un campo di addestramento sudcoreano per dimostrare l’impegno Usa “per la difesa della Corea del Sud” e come “deterrente” a difesa degli alleati nella regione pacifico-asiatica.
La Cina, intanto, chiede “sforzi comuni” per contenere la tensione nella penisola coreana. “Chiediamo a tutte le parti in causa di partecipare a sforzi comuni per portare ad una distensione”, ha detto il portavoce del ministero degli esteri Hong Lei in una conferenza stampa a Pechino.
“LaCorea del Nord non otterrà nulla con le minacce, che si tradurranno solo in un ulteriore isolamento”, aveva detto nei giorni scorsiil portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. Gli Stati Uniti prendono “molto sul serio” la minaccia: “Siamo preoccupati per qualsiasi minaccia provenga dallaCoreadel Nord per cio’ che dicono e fanno. Dovrebbero mettere fine alle minacce alla pace, poiché ciò non aiuta nessuno”, ha detto il portavoce del Pentagono, George Little.
La minaccia è giunta nel terzo anniversario dell’affondamento della corvetta sud-coreana Cheonan nel Mar Giallo in seguito a una violentissima esplosione, che, secondo Seul, sarebbe stata provocata dal lancio di un siluro da parte di un sommergibile del Nord. A perdere la vita furono 46 marinai. Poco meno di otto mesi più tardi, le artiglierie di Pyongyang bombardarono l’isolotto di Yeonpyeong, uccidendo due militari di Seul, ferendo altre sedici persone, anche semplici civili, e demolendo decine di abitazioni.