Si dimette il presidente della Bank of Cyprus

di Redazione

 NICOSIA. Le banche cipriote restano chiuse. Contrariamente a quanto annunciato, gli sportelli chiusi per evitare la fuga dei depositi in seguito all’approvazione del piano di salvataggio, non hanno riaperto i battenti.

I ciprioti, che oggi speravano di potersi recare in banca per la prima volta in 10 giorni, sono rimasti delusi per la decisione annunciata dal governo nella notte. Gli istituti di credito, dunque, rimarranno chiusi ancora fino a giovedì 28. Scelta, questa dettata dal persistere dei timori che, nonostante il bailout varato due giorni fa dall’Eurogruppo, che si realizzi una corsa a ritirare i risparmi dalle banche.

Intanto, come riferisce la televisione cipriota, il presidente di Bank Of Cyprus, Andreas Artemis, ha rassegnato le dimissioni in polemica con le scelte adottate per il piano di salvataggio del sistema bancario, che prevedono un prelievo forzoso sui depositi superiori ai 100 mila euro.

Nel frattempo, i bancomat continuano a funzionare in tutto il paese, ma la Banca di Cyprus e la Banca Laiki hanno limitato il ritiro quotidiano a 100 euro. Intanto, molti negozi hanno smesso di accettare carte di credito o di debito e accettano solo contanti.

A ciò si aggiunge la decisione dell’agenzia di rating Fitch di declassare a un livello equivalente all’insolvenza le due maggiori banche cipriote, Bank of Cyprus e Laiki Bank, dopo l’intesa sulla loro ristrutturazione che porterà allo smantellamento della seconda e alla fusione dei suoi asset sani con la prima.

Le perdite imposte ai creditori privati hanno così spinto l’agenzia di classificazione a portare il giudizio sui due istituti da ‘B’ a ‘default’ per Laiki Bank e a ‘default ristretto’ per Bank of Cyprus. La terza maggiore banca dell’isola, Hellenic Bank, resta sotto revisione per un possibile downgrade.

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