DAMASCO. Cresce la tensione in Siria. Da una parte lo stato maggiore delle forze armate ha annunciato “lo stato di allerta generale” per tutti i militari e ha richiamato i soldati riservisti di età fino ai 35 anni.
Dall’altra c’è l’allarme lanciato dall’Unicef secondo cui il conflitto rischia di lasciare un’intera generazione di bambini segnata per tutta la vita. A due anni dall’inizio del conflitto, secondo un rapporto, oltre 2 milioni di bambini sono colpiti dal conflitto, dei quali più di 1.800.000 in Siria e oltre 500mila fuggiti in Libano, Giordania, Iraq, Turchia e Egitto.
“Milioni di bambini all’interno della Siria e in tutta la regione sono testimoni della scomparsa del loro passato e del loro futuro a causa delle macerie e della distruzione di un conflitto prolungato; il rischio che diventino una generazione perduta cresce ogni giorno” spiega il direttore generale dell’Unicef, Anthony Lake.
Il rapporto “I bambini della Siria: una generazione perduta”, che fa il punto della situazione a due anni dall’inizio della crisi in Siria, sottolinea che nelle zone in cui i combattimenti sono stati più intensi l’accesso all’acqua è diminuito di due terzi, con conseguente aumento di malattie respiratorie e della pelle, mentre una scuola su cinque è stata distrutta, danneggiata o utilizzata come ricovero per le famiglie sfollate. Le classi che funzionano ancora sono composte anche da oltre 100 bambini. Ospedali e centri sanitari sono stati distrutti e il loro personale qualificato è fuggito.
La notizia dell’allerta generale è stata diffusa dalla tv di stato siriana, senza fornire ulteriori dettagli. Ma è sempre nella giornata di martedì che un’altra indiscrezione ha scosso la comunità internazionale. Secondo il direttore dei servizi segreti americani, James Clapper, Damasco potrebbe ricorrere all’uso di armi chimiche: “Il regime ha un grande stock di gas letali, come il sarin e i gas nervini”, oltre “a un grande stock di munizioni, tra cui missili, bombe aeree e razi di artiglieria che possono essere utilizzati per diffondere prodotti chimici.