Milan, tris alla Lazio e terzo posto con obiettivo Champions

di Redazione

 Nel secondo anticipo della 27esima giornata, il Milan travolge 3-0 la Lazio e la scavalca in classifica. I rossoneri sono ora terzi con 48 punti, uno in più della squadra di Petkovic.

A San Siro i biancocelesti rimangono presto in 10 (16′) a causa dell’espulsione di Candreva. Gli uomini di Allegri sbloccano il match con Pazzini (40′) e raddoppiano grazie a Boateng (44′). Nella ripresa, un altro gol del Pazzo chiude dfinitivamente la partita.
Se manca Balotelli e Pazzini risponde in questo modo, significa che l’ascesa rossonera sarà dura d’arginare. Se nelle ultime 19 partite (un girone intero) conquisti la bellezza di 41 punti, vuol dire che non si tratta di un “periodo” di forma straordinaria ma di un nuovo gruppo diventato squadra. Fresca, tosta, vincente. Il Milan fa fuori la Lazio senza il minimo sforzo. Vero è che l’espulsione di Candreva (16′) condiziona non poco l’esito della gara, ma la superiorità del Diavolo – fisica oltre che tecnica – pare netta a prescindere dall’errore di Rizzoli.

Con Balotelli out per infortunio, il Milan torna a martellare con insistenza sulla fascia sinistra, dove l’asse De Sciglio-El Shaarawy è una lama rovente. Favoriti dall’espulsione di Candreva, i due sfondano a intervalli regolari costringendo Pereirinha e Gonzalez a rimanere inchiodati nella propria metà campo. Al 4′, la Lazio ha già rischiato di andare sotto due volte: prima Marchetti respinge una conclusione ravvicinata del Faraone, poi Biava salva sulla linea un tiro a porta vuota di Pazzini.

L’avvio è forsennato, con la banda di Petkovic che risponde immediatamente al 5′: Floccari, da centro area, spreca un invitante assist di Candreva calciando centrale tra le braccia di Abbiati. Dura tutto un quarto d’ora, perché al 15′ accade l’episodio che stravolge la Lazio e cambia la partita: De Sciglio serve El Shaarawy, che dribbla secco Biava prima di venire atterrato al limite dell’area da Candreva; i rossoneri invocano il rigore, l’arbitro Rizzoli fischia una punizione dal limite ed espelle il laziale per aver interrotto una chiara occasione da gol. Giusta la prima decisione (il contatto avviene appena fuori dall’area), ma errata la seconda perché Dias sarebbe potuto intervenire.

Rimasta con un uomo in meno, la Lazio si schiera con un 4-4-1 che fatica tremendamente a contenere l’assalto rossonero. Si gioca a una porta, anche se le occasioni – per la verità – fioccano meno rispetto a quando si era 11 contro 11. Accade perché i biancocelesti si compattano in dieci dietro la linea della palla. La tattica limita (inizialmente) le palle gol del Milan, poi però l’incapacità (della Lazio) di ripartire in contropiede azzera ogni possibilità (per Petkovic) di poterne uscire vivo.

Pazzini rompe il precario equilibrio al 40′: destro di Abate respinto da Marchetti, El Shaarawy si avventa sulla sfera con Pereirinha (contatto dubbio tra i due, la Lazio reclama un fallo del Faraone), la palla rimane a due passi dalla porta e il Pazzo scaraventa dentro. La banda di Allegri, senza più alcuna ansia, pigia forte sull’acceleratore e raddoppia prima della pausa: Marchetti respinge un colpo di testa di Pazzini su azione d’angolo e Boateng ribadisce in rete. E’ il 44′ del primo tempo. Il terzo posto solitario è già in archivio.

La ripresa, per Ambrosini e compagni, scivola via senza alcun rischio. Petkovic inserisce subito Cana al posto dello smarrito Pereirinha: la Lazio passa a una difesa a tre per cercare una reazione che, in realtà, mai arriva. Anzi, Pazzini trova anche il bis personale con un gran destro dalla distanza che s’infila all’angolino (60′). Dopo un avvio stagionale disastroso, il Milan – alla giornata numero 27 – si ritrova da solo al terzo posto con un punto in più della Lazio e cinque in meno del Napoli. Il secondo posto, a questo punto, non è più solo un miraggio.

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