ROMA. Sceglie il silenzio Giorgio Napolitano al termine delle consultazioni dopo il flop di Bersani dei giorni scorsi, che non ha trovato l’accordo con le altre forze in Parlamento per la formazione del governo.
Per tutto il Venerdì Santo i movimenti e i partiti sono saliti al Colle, ciascuno con una posizione diversa. Ora tocca al capo dello Stato tirare le somme su eventuali ipotesi di esecutivo.Da parte sua, il Pd,rappresentato dal vicesegretario Enrico Letta, ha assicurato “la fiducia piena in Napolitano, la profonda gratitudine nei suoi confronti, ribadendo che non mancherà il nostro supporto responsabile alle decisioni che lui in queste ore prenderà”.
Icapigruppo del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi e Vito Crimi, restano fermi sulle loro posizioni: o governo “a cinque stelle” o niente. Berluconi, invece, propone un esecutivo di coalizione (Pdl, Pd, Lega e Scelta civica),rifiutando governi tecnici o “di scopo”. Sulle larghe intese concordano i montiani.
Nel tardo pomeriggio, però, Vendola ha gelato tutti: “È interdetta qualunque possibiltà di un governo di larghe intese”, suggerendoa Bersani di andarecomunque alle Camere e chiedere la fiducia. D’accordo il vicesegretario del Pd, Letta, cheha ribadito il “no a un governissimo tra forze politiche tradizionali. Non sarebbe questa la scelta visto il risultato delle urne: per le riforme costituzionali serve una maggioranza larga”. E ha lamentato “i troppi no ascoltati in questi giorni”. Nel suo discorso al termine del colloquio, durato circa un’ora e dieci, Letta ha riconosciuto più volte che il “risultato elettorale ha avuto esiti clamorosi”, complice anche un vuoto della politica, e che per questo il Pd “è stato portato a cercare un esito delle consultazioni che non fosse quello tradizionale”. Questa situazione parlamentare, secondo Letta,rende “necessaria la riforma della politica, il coinvolgimento di tutti in un percorso di riforme Costituzionali per le quali occorre una maggioranza larga. La convenzione Costituente è il luogo della legittimazione reciproca delle forze politiche: per noi è ancora il luogo in cui tutto questo deve avvenire”.
Quanto al Movimento Cinque Stelle, oltre alla proposta di formare un proprio governo non era arrivato nessun nome. “Per noi l’importante è il progetto politico riassunto nei nostri 20 punti”, ha spiegato Lombardi. E Crimi ha smentito d’aver parlato di un appoggio a un governo pseudo-tecnico. Spazio a un curioso “scivolone” del capogruppo al Senato, che ha definito la collega Lombardi “onorevole”, a dispetto del regolamento dei grillini. Beppe Grillo, prima dell’incontro con Napolitano, aveva telefonato al presidente. E subito dopo, da “La Cosa”, la web tv del Movimento, ha ribadito: “Siamo nel settore della psichiatria, più che della politica. Devono andare a casa tutti. Ma prima faremo verifiche sui loro patrimoni”.