Marò, nominato giudice tribunale “ad hoc”

di Redazione

 ROMA. Il tribunale ‘ad hoc’ che sarà costituito a New Delhi per esaminare il caso dei marò a livello del magistrato metropolitano capo non ha nei suoi poteri la possibilità di condannare a morte un imputato.

E’ quanto emerge dalla Sezione 29 del Codice di procedura penale indiano, confermato da fonti legali. In particolare il primo comma della sezione specifica che “il tribunale di un magistrato capo giudiziario può dettare qualsiasi sentenza autorizzata dalla legge, eccetto quelle che prevedano la pena di morte o l’ergastolo, fino ad un massimo di sette anni di carcere”.

Fonti legali hanno indicato che “questo conferma l’orientamento comunicato all’Italia dal ministro degli Esteri Salman Khurshid“. Proprio oggi uno dei due fucilieri ha lanciato un appello ai politici perché venga risolto al più presto il caso.

Massimiliano Latorre lo ha fatto mandato una email a un giornalista Mediaset. “Non ci serve ora di sapere di chi sia stata la colpa, né che le forze politiche si rimbalzino la responsabilità. Quello che chiediamo ora non è divisione: unite le forze e risolvete questa tragedia”, ha scritto Latorre rivolgendosi al giornalista Toni Capuozzo, secondo quanto riferisce un comunicato di Mediaset.

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