AVERSA. Una beatificazione per don Peppe Diana? Monsignor Angelo Spinillo, vescovo della diocesi di Aversa, non lo ha mai detto apertamente, …
… ma già prima del suo insediamento, nel febbraio di due anni fa, il suo atteggiamento verso il parroco della parrocchia di San Nicola di Casal di Principe è stato del tutto diverso da quello dei suoi predecessori. Il vice presidente nazionale della Cei, nei giorni scorsi, in occasione dellanniversario del barbaro omicidio, ha tenuto a ribadire che Chi ci guarda anche solo per un attimo non può non vedere la nostra vicinanza alla memoria di don Giuseppe Diana, il cui ricordo presentiamo in ogni occasione possibile come testimonianza di vita. Ma in quei giorni di febbraio del 2011 era stato a pregare in solitaria e senza strombazzamenti sulla tomba di don Peppe.
Lo scorso anno, poi, in occasione dei venti anni dalla pubblicazione, ha riportato agli onori della cronaca il documento Per amore mio popolo, sottoscritto dagli allora parroci delle chiese della Forania di Casal di Principe. Un documento distribuito in quella Terra che fu di don Peppe. Per non parlare del giù le mani da don Diana, esternato con una lunga lettera in cui ha stigmatizzato, nelle scorse settimane, le dichiarazioni con le quali il pentito Carmine Schiavone ha tentato di gettare ombre sulla figura del parroco casalese. Sin dal nostro insediamento ha dichiarato monsignor Spinillo abbiamo voluto dare precisi segni ed è unaffermazione confermata dagli atteggiamenti che il Pastore normanno ha tenuto in questi anni.
Ultima buona novità, ricollegandoci alla domanda iniziale, la presenza (invitato da monsignor Spinillo) a Casal di Principe, in occasione dellanniversario delluccisione di don Peppe, di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace e postulatore della causa di beatificazione di don Pino Puglisi, che sarà ufficialmente dichiarato beato il prossimo 25 maggio nello stadio di Palermo. Un chiaro segnale delle intenzioni della chiesa di Aversa: fare in modo che lo stesso cammino possa ripetersi per il parroco della parrocchia di San Nicola di Casal di Principe.
Credo ci siano gli elementi per poter verificare leventualità di fare beato anche don Diana, ha detto a Il Mattino, nei giorni scorsi, senza mezzi termini, Bertolone, evidenziando i punti in comune fra i due sacerdoti che operavano in un contesto altamente degradato, uccisi dalla criminalità organizzata e sottolineando però la necessità di unattenta azione pastorale.
Così come è chiaro che don Puglisi fu ucciso dalla mafia è altrettanto chiaro che don Peppe fu ucciso dalla camorra perché la sua presenza e le sue denunce disturbavano il controllo dei camorristi, gli ha fatto eco, sempre al quotidiano napoletano, il magistrato Donato Ceglie, che a don Peppe era legato anche da amicizia. Una fondamentale concausa del suo omicidio fu il rifiuto di don Diana, il giorno prima del suo assassinio, ha ricordato ancora i magistrato di origini campane, che ha studiato al Cirillo di Aversa di celebrare il funerale di un camorrista così come è chiaramente scritto nelle pagine della sentenza di Corte dAppello.
Coerente, coraggioso, intransigente: don Peppino ha concluso il magistrato fu ammazzato perché testimone vero di uno straordinario impegno per la legalità e contro la camorra. Con le sue parole ed azioni concrete, egli ebbe la forza di attuare una vera e propria discontinuità rispetto al passato in uno dei periodi più bui della nostra storia recente. A renderlo così forte era la fede in una precisa idea di chiesa tra e per la gente, vicina agli ultimi. La camorra decise di colpire quello che era diventato ed è rimasto un assoluto punto di riferimento per molti. Per questi motivi, noi consideriamo don Peppe Diana già beato.