Corte Europea, nessun maltrattamento per la Timoshenko

di Emma Zampella

Julia TimoshenkoSTRASBURGO. Non c’è stato alcun trattamento inumano e degradante per l’ex premier .

A stabilirlo è stata la corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, secondo i cui giudici le autorità hanno fatto enormi sforzi per assicurare all’ex premier tutte le cure mediche di cui aveva bisogno. La Corte ha anche stabilito che l’ex premier ucraino non ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, di essere stata sottoposta a maltrattamenti durante il suo primo trasferimento dal carcere all’ospedale il 20 aprile 2012.

Secondo la corte di Strasburgo, i motivi che hanno portato la Timoshenko in carcere prima del processo sono “arbitrari e illegali”: la detenzione preventiva pare sia stata determinata dalla volontà di escluderla dalla vita politica e dall’intenzione di impedirle di candidarsi alle elezioni nell’ottobre 2012. In particolare si sottolinea che la principale giustificazione per sottoporre Timoshenko al carcere preventivo è stata l’accusa che stava ostacolando i procedimenti contro di lei e il suo comportamento poco rispettoso nei confronti dei giudici nazionali. Ma in base alla Convenzione europea dei diritti umani queste non sono ragioni sufficienti per sottoporre qualcuno al carcere preventivo. Tanto più che, prima di essere trasferita in carcere, l’ex premier non ha mai lasciato Kiev, così come gli era stato ordinato, e si è sempre presentata a tutte le udienze.

Inoltre i giudici osservano che le autorità ucraine non hanno mai rianalizzato attentamente i ricorsi presentati da Timoshenko contro il carcere preventivo, nonostante lei avesse presentato specifiche argomentazioni per il suo rilascio. Ievghenia Timoshenko, la figlia della leader dell’opposizione ucraina Iulia Timoshenko, ha definito “una prima vittoria” la decisione della corte di Strasburgo di ritenere illegale la decisione del giudice Rodion Kireiev di sottoporre la madre al carcere preventivo nell’agosto del 2011.

“In questo momento – ha detto la giovane in un incontro con i giornalisti a Kiev – pensiamo che si tratti di una prima vittoria, di un primo passo verso la riabilitazione politica totale e la liberazione immediata”. L’ex premier è stata condannata a sette anni di reclusione nell’ottobre del 2011 per abuso di potere per un controverso contratto per le forniture di gas russo siglato con Mosca nel 2009 a un prezzo che il governo ucraino ritiene “svantaggioso”.

L’arresto della leader dell’opposizione ucraina Iulia Timoshenko – deciso nell’agosto del 2011 da un tribunale di Kiev dopo che questa aveva mancato di rispetto in aula a giudice e testimoni – è conforme al vecchio codice di procedura penale, allora in vigore. Lo afferma Mikhailo Shorin, responsabile dell’ufficio di rappresentanza della procura generale d’Ucraina nei processi giudiziari. “La decisione della corte di ordinare l’arresto di Timoshenko – ha detto Shorin citato dall’agenzia Interfax – era assolutamente legale nell’estate del 2011, quando era in vigore il codice di procedura penale d’epoca sovietica, secondo cui deve essere ordinato l’arresto se c’è il timore che l’imputato possa sottrarsi alla giustizia o ostacolarla”.

Secondo l’alto dirigente della procura generale, al contrario, il codice di procedura penale in vigore adesso “prevede misure alternative e l’arresto figura come una misura estrema”. L’ex premier è ricoverata in stato di detenzione all’ospedale delle Ferrovie di Kharkiv ormai da quasi un anno per curare un’ernia del disco.

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