TOKIO. Tensione tra Giappone e Cina sulle isoleSenkaku/Diaoyu, un piccolo arcipelago disabitato, controllato da Tokyo e rivendicato da Pechino, dopo che otto motovedette cinesi sono entrate nelle acque territoriali a loro vietate.
Si tratta del 40esimo blitz dall’inizio dello scontro diplomatico tra i due paesi, partito lo scorso settembre. E successo mentre a Tokyo 170 parlamentari e diversi componenti del governo, come il vicepremier Taro Aso, si sono recati al santuario Yasukuni, simbolo del militarismo nipponico. Nel contempo, una flottiglia di una decina di pescherecci giapponesi, con a bordo esponenti di associazioni di stampo nazionalista, si è diretta verso le due isole per ribadire la sovranità nipponica.
Il governo giapponese ha convocato lambasciatore cinese a Tokyo per protestare contro il blitz delle motovedette cinesi e annunciato che il Giappone è pronto a respingere ogni sbarco cinese alle Senkaku/Diaoyu anche con luso della forza.
Ma lattenzione è diretta anche su unaltra vicenda, quella delle Curili meridionali, contese dal Giappone alla Russia. Nei prossimi giorni il primo ministro nipponico, Shinzo Abe, si recherà a Mosca per discuterne col presidente Vladimir Putin. Una disputa erritoriale che divide Mosca e Tokyo dalla fine della seconda guerra mondiale.
Il Giappone chiede ai russi la restituzione degli Hoppo Ryodo (Territori settentrionali), cioè le isole Curili meridionali (Shikotan, Iturup-Etorofu, Kunashir-Kunashiri e le isolette Habomai), che distano in taluni casi poche miglia nautiche dalle coste dell’Hokkaido, la più settentrionale delle grandi isole dell’Arcipelago giapponese. Disputa che rappresenta, tra laltro, il principale ostacolo alla firma di un trattato di pace tra Mosca e Tokyo.