SALERNO. La procura di Salerno ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per Vincenzo Pascali, il perito che non trovò il dna di Danilo Restivo sui resti di Elisa Claps, ritrovata a sedici anni dalla sua scomparsa nel sottotetto di una chiesa.
Mercoledì, al Tribunale di Salerno, si sarebbe dovuta svolgere l’udienza preliminare dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Salerno con l’accusa di falso in perizia. La data del processo, al momento, non è stata ancora fissata. La famiglia Claps che da sempre ha puntato il dito contro la perizia di Pascali, secondo quanto conferma il legale Giuliana Scarpetta, si costituirà parte civile.
Pascali, delluniversità Sacro Cuore di Roma, è accusato di falso nella perizia con la quale mise in dubbio la presenza del dna di Restivo sul luogo del delitto; dna riscontrato poi da altri periti nominati dallo stesso tribunale di Salerno, che consentirono alla procura di arrivare alla richiesta di arresto per luomo condannato in primo grado a 30 anni di reclusione. Attualmente Restivo è detenuto in Italia per tutta la durata del processo dAppello, che riprenderà il 9 aprile prossimo con il prosieguo della requisitoria del pm Rosa Volpe.
Elisa aveva 16 anni quando scomparve a Potenza il 12 settembre 1993.Il suo cadavere è stato trovato il 12 marzo scorso nel sottotetto della Chiesta della Santissima Trinità di Potenza. L’esame autoptico ha stabilito che la studentessa fu a uccisa lo stesso giorno della scomparsa, tra le 11.30 e le 13.10, con almeno 13 colpi di una piccola arma da taglio, probabilmente nel corso di un’aggressione con movente sessuale. L’assassino poi recise alcune ciocche di capelli.
Le indagini sulla scomparsa della ragazza di Potenza sono state nel corso degli anni misteriosamente ostacolate. Fin da subito si puntò su Restivo, l’ultimo ad aver visto Elisa, noto per aver molestato diverse ragazze a Potenza con telefonate anonime e con la sua mania per i capelli femminili. I sospetti non si concretizzarono mai in accusa. Restivo, che ha sempre ammesso di aver incontrato brevemente Elisa la mattina di quel 12 settembre, dicendosi estraneo alla vicenda, andò a vivere in Inghilterra, nel Dorset, dove recentemente è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della sarta Heather Barnett, uccise con modalità molto simili all’omicidio di Elisa. Proprio la famiglia Barnett ha inviato un mazzo di gardenie ai funerali di Elisa.