ROMA. Non trova consensi la richiesta del Movimento 5 stelle di formare le commissioni, anche in assenza di un governo. Pd e Pdl, infatti, hanno deciso di aspettare.
Anche una parte dei deputati Pd, nei giorni scorsi, aveva chiesto di far partire il lavoro delle commissioni. “Ad oltre un mese dalle elezioni abbiamo ancora in carica il governo proveniente dalla precedente legislatura e il Parlamento, di fatto, non ha ancora cominciato la sua operatività. Questo perché non sono state ancora costituite le commissioni permanenti, vero e proprio motore politico e tecnico dell’attività legislativa”, scrivevauna trentina di deputati democratici, di varie aree politiche, che non condividono la linea del loro partito rispetto all’istituzione delle commissioni permanenti. Tra questi la renziana Bonafè, il giovane turco Boccuzzi, Bragantini, Capozzolo, Carrozza, Civati, Cominelli, D’Ottavio, De Caro, Di Maio, Fiorio, Gandolfi, Ginefra, Giuliani, Gribaudo, Iori, Madia, Nardella, Nardelli, Orfini, Paris, Pastorino, Piccoli, Pini, Raciti, Rocchi, Rotta, Rughetti, Zampa.
Il primo ‘No’ era giunto dal presidente del Senato Pietro Grasso: “Non si potranno convocare le commissioni se prima non ci sarà la possibilità di distinguere tra maggioranza e opposizione. Questo non è possibile fino a quando non ci sarà un governo che ha la fiducia del Parlamento”.
Orail presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, al termine dalla Conferenza dei capigruppo del Senato, ha fatto sapere: “Si è convenuto a larga maggioranza che l’intreccio delmeccanismo regolamentare e della prassi suggerisce di costituire le commissioni solo dopo la formazione del governo”. E sulla minaccia di Grillo: “Quella di occupare l’Aula è una minaccia non democratica”, ha detto Zanda. Il capogruppo Pd ha sottolineato che ci sono tutti gli organi preposti per affrontare e discutere i problemi, dall’aula, alla Giunta per il Regolamento alla stessa conferenza dei capigruppo, ma “minacciare l’occupazione dell’aula non è democratico”.
Anche il Pdl non intende dare i nomi dei suoi componenti, pur già designati, prima del giuramento dell’esecutivo.