ROMA. “L’Italia è in emergenza liquidità. E’ in corso la terza ondata di credit-crunch, dopo quelle del 2007-2009 e quella del 2011-2012”.
Lo ha detto il direttore generale Confindustria, Marcella Panucci, sul decreto debiti della Pubblica amministrazione, approvato dal governo lo scorso 6 aprile. “I prestiti alle imprese sono in caduta da più di un anno e mezzo: lo stock erogato si è ridotto di 47 miliardi”.
“I prestiti alle imprese – ha spiegato Panucci – sono in caduta da più di un anno e mezzo: a febbraio sono stati del 5,1% inferiori al livello di settembre 2011. Lo stock erogato si è ridotto di 47 miliardi. Un evento senza precedenti nel dopoguerra. Le banche sono sempre più selettive, i prestiti calano, i tassi salgono. Un terzo delle imprese ha liquidità insufficiente rispetto alle esigenze operative. Imprese con progetti di investimento validi, quindi con attese di fatturato tali da poter pagare il servizio del debito, vanno in crisi per carenza di fondi nel breve termine”. Confindustria chiede quindi la “massima rapidità nella conversione decreto”.
“Le pubbliche amministrazioni italiane hanno debiti verso le imprese in circa 91 miliardi di euro alla fine del 2011, poco meno del 6% del Pil”. Un ammontare, ha detto il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci in audizione alla Camera, “che non ha eguali in Europa: è una volta e mezza i debiti commerciali della P.A. in Francia, quasi tre volte il Portogallo, oltre 4 volte la Spagna e quasi 5 quelli della Grecia”.
Con “l’immediata liquidazione di 48 miliardi” di debiti della pubblica amministrazione “si genererebbero, in tre anni, 10 miliardi di investimenti aggiuntivi delle imprese che avrebbero l’effetto di aumentare il livello del Pil: dopo tre anni di circa l’1%”. E’ la stima del Centro Studi di Confindustria fornita dal direttore generale, Marcella Panucci, nel corso di un’audizione parlamentare.
“Il miglioramento del contesto macro-economico e della posizione di bilancio aziendale – ha spiegato Panucci – farebbe alzare i rating bancari attribuiti alle singole imprese, frenerebbe l’aumento delle sofferenze, favorirebbe l’erogazione di credito a tassi più bassi.
Una volta avviato, questo processo si può auto-alimentare, mettendo in moto un circolo virtuoso: più liquidità, più investimenti, più crescita, rating migliori, più credito e di nuovo più investimenti”. Secondo Confindustria, “dopo cinque anni l’aumento del Pil toccherebbe l’1,4% e gli occupati crescerebbero di 243 mila unità”.
Il direttore di Confindustria ha ricordato che “gli spread pagati dalle imprese hanno toccato nuovi massimi: 3,4 punti contro 0,6 punti in media nel 2006. Tassi troppo alti e in salita stanno spingendo molte imprese a rinunciare a chiedere credito bancario poiché – ha osservato Panucci – il tasso finisce per superare i rendimenti attesi degli investimenti che si intendevano finanziare, rendimenti colpiti dal perdurare della recessione”.
In cinque anni, dal 2007 al 2012, i fallimenti delle imprese sono raddoppiati. E’ quanto ha sottolineato il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, nel corso dell’audizione parlamentare sul decreto che sblocca i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. “La scarsità di fondi – ha spiegato Panucci – contribuisce all’aumento dei fallimenti: 3.596 nel quarto trimestre 2012 contro i circa 1.800 nel quarto trimestre del 2007”.