ROMA. Continuo a fare la giornalista. Così Milena Gabanelli in una lettera inviata al Corriere.it annuncia il suo rifiuto alla candidatura per il Quirinale. Candidatura espressa martedì dagli elettori del Movimento 5 Stelle.
Non è stata una riflessione serena – afferma -, ma solo attraverso il mio lavoro provo a cambiare le cose. Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno visto in me una professionista sopra le parti e quindi adeguata a rappresentare linizio di un cambiamento nel Paese – scrive la giornalista -. Sono giornalista da 30 anni e ho cercato sempre, in buona fede, di fare il mio mestiere al meglio; il riconoscimento che in questi giorni ho ricevuto mi commuove, e mi imbarazza.
Quello che mi ha messopiù in difficoltà in questa scelta – continua la Gabanelli nella lettera – è stato il timore di sembrare una che volta le spalle, che spinge gli altri a cambiare le cose ma che poi quando tocca a lei se ne lava le mani. Il mio mestiere è quello di presentare i fatti, far riflettere i cittadini e spronarli anche ad agire in prima persona. Ma quellagire in prima persona è tanto più efficace quanto più si realizza attraverso le cose che ognuno di noi sa fare al meglio.
Nel frattempo, a poche ore dallinizio del voto per il nuovo presidente della Repubblica, Beppe Grillo torna ad attaccare Pierluigi Bersani e Silvio Berlusconi. Gargamella ha già deciso. Ha fatto le Berlusconarie. I votanti erano due: lui e lo psiconano, dice il leader di M5S.
Sono stati scelti DAlema e Amato, personaggi di garanzia giudiziaria al posto di una figura di garanzia istituzionale. Per Bersani – continua il comico genovese – è il suicidio della Repubblica di cui lui e solo lui sarà il responsabile. Berlusconi vuole un garante per i suoi processi. DAlema, il principe dellinciucio, e Amato, lex tesoriere di Craxi sono candidati ideali.
Dopo loccupazione del Tribunale di Milano da parte dei suoi parlamentari, vorrebbe occupare anche il Quirinale è la lettura della situazione da parte del leader 5 Stelle.
Dal suo punto di vista osserva ancora – è un legittimo obiettivo. Il Pdmenoelle consulta solo Berlusconi per proporre DAlema, Amato, Violante come ruotino di scorta o un presidente dellinciucio. Un loro settennato consegnerà lItalia alla dissoluzione non solo economica, ma anche come Stato unitario. È bene saperlo. Ognuno si prenda le sue responsabilità, conclude Grillo.