ROMA. E Enrico Letta, il prescelto da Giorgio Napolitano per lincarico di premier. Il vicesegretario del Pd è giunto al Quirinale intorno alle 12.30. Ha accettato, come da rito, con riserva, sottolineando che il governo non nascerà a tutti i costi.
Davanti ai giornalisti Letta ha detto di aver accettato sentendo sulle spalle una grande responsabilità perché questa situazione inedita e fragile non può continuare. Il Paese sta aspettando un governo. Lavoro e emergenza giovani sono, come ha riferito il premier incaricato, le priorità del prossimo esecutivo, a cui seguono riforme istituzionali per ridurre il numero dei parlamentari, cambiare il bicameralismo e una nuova legge elettorale. Proprio in merito alla legge elettorale Letta ha ritenuto che se si rivotasse ora leffetto blocco sarebbe uguale a quello attuale e non ce lo possiamo permettere. Da qui un appello alla responsabilità di tutte le forze politiche in Parlamento.
Dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, intanto giunge linvito ad evitare un governicchio, altrimenti il suo partito si chiamerà fuori. E bene chiarire al Pd ha detto Alfano che per noi non ci sarà un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile.
Secondo lex Guardasigilli il Pd, pur negandolo, non avrebbe intenzione di formare un governo forte. Alfano prende spunto dalle dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore da esponenti democratici: Un florilegio di attacchi al Pdl, dice Alfano al suo leader e alla storia del nostro partito, unito a organigrammi, nomi, poltrone e cadreghe varie. Il tutto aggravato da una inquietante sudditanza psicologica a una sorta di primato dei tecnici.