ROMA. Quella Repubblica democratica e fondata sul lavoro secondo Beppe Grillo è morta con quanto accaduto per le votazioni del nuovo Capo dello Stato, che hanno visto la rielezione di Giorgio Napolitano.
In un post sul suo blog, intitolato Blue Sunday, il leader del Movimento 5 Stelle scrive: Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento, risplendente come il sole di mezzogiorno, dopo la nomina di Napolitano, e ti domandi come è possibile tutto questo, pensi ai processi di Berlusconi, a Mps, alle telefonate di Mancino, ai saggi e alle loro indicazioni per proteggere la casta. Sai che alcuni di loro diventeranno ministri. Ti viene lo sconforto.
Per il comico genovese tutto era stato predisposto con cura. Un governissimo, le sue agende Monti e Napolitano, persino il nome del primo ministro, Enrico Letta o Giuliano Amato, e un presidente Lord protettore. Quello sconforto che Grillo accosta al pianto di Franco Baresi dopo la sconfitta ai rigori di Italia-Brasile ai mondiali nordamericani del 1994 e al brano Emozioni di Lucio Battisti.
Uno tra Amato, DAlema o Marini avrebbe dovuto essere leletto. Rodotà ha rovinato i giochi. scrive sul blog Ed ecco il piano B con il rientro di Napolitano che fino al giorno prima aveva strenuamente affermato che non si sarebbe ricandidato. E di notte, in poche ore (minuti?) si è deciso (ratificato?) il presidente della Repubblica e la squadra di governo. Chiamala, se vuoi, democrazia. E qui Grillo ritiene il M5S lunica opposizione. Noi o loro, ora la scelta è semplice.