AVERSA. Sulla polemica che si è venuta a creare intorno alla richiesta di intitolare lo slargo antistante lufficio postale di viale Europa a Re Francesco II di Borbone, meglio conosciuto come Re Franceschiello, si dichiara esterrefatto il promotore delliniziativa: il consigliere comunale Raffaele Marino.
E assurda spiega lesponente del Nuovo Psi lostinazione di una parte della politica aversana che ad oggi si sta battendo strenuamente affinché tale proposta sia bocciata. La proposta parte dalla volontà di dare un giusto riconoscimento allultimo dei regnanti della stirpe borbonica del Regno delle Due Sicilie che merita un giusto tributo alla luce di tutte le rivisitazioni storiche che vedono quella borbonica come la dinastia che ha portato nel nostro territorio ricchezza, grandi opere e straordinaria cultura.
Aversa, sostiene Marino in quanto città di grande peso al centro di quella che era la provincia Terra di Lavoro e via di passaggio tra Napoli e Caserta, ha visto, per mano dei Borbone, la realizzazione dellArco dellAnnunziata (storico simbolo aversano dal 1776, per volontà di Re Ferdinando I di Borbone commissionato allarchitetto Giacomo Gentile), la totale ristrutturazione e abbellimento del Castello Aragonese (Carlo III di Borbone ne commissionò lopera al grande architetto Luigi Vanvitelli nel 1750), la straordinaria nascita di tante chiese e palazzi di pregiato valore architettonico e storico, il grande piano di ristrutturazione e abbellimento delle chiese presenti e ancora altro che la storia non ci ha reso. E, soprattutto, Aversa, sotto la guida della dinastia Borbone, è stata partecipe e forse protagonista di quello che era il regno dei primati (tutti positivi) che vanno, dalla ricchezza economica a quella culturale, dalla minor tassazione dEuropa alla minor mortalità infantile, dai primati in campo scientifico a quelli in campo medico, dai primati industriali a quelli commerciali e tanto ancora che la storia scritta dai vincitori ha ben pensato di nasconderci e celare per evitare che potessimo essere qualcosa di più di semplici poveracci salvati, dai liberatori savoiardi.
Marino ringrazia quelli che lo accusano il sottoscritto di aver tradito lo spirito socialista, invitandoli a leggere la storia di San Leucio e a dire se poi sia mai esistito un modello più funzionale e socialista nella storia dItalia (e forse del mondo) e, magari, la prossima volta che si intitolano piazze ai vari Melvin Jones si levino voci di protesta o almeno ci si ponga qualche semplice domanda.
Un aversano sottolinea il consigliere si dovrebbe domandare cosa avessero portato i Savoia ad Aversa da meritare decine di intitolazioni di strade e piazze, eccetto lacquedotto Serino-Aversa, (realizzato nel 1898 su un progetto del 1855 di Re Ferdinando II di Borbone) non essendo mai riusciti gli storici a trovare qualcosa che ne giustificasse il nostro servilismo storico.
E chiude citando Montanelli: Questa piazza saddà fa, non perché sia un capriccio ma perché un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.