Corruzione, chiesto il rinvio a giudizio per Formigoni

di Redazione

Roberto FormigoniMILANO. Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni, e altre 11 persone, nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri.

La richiesta di processo firmata dal procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, e dai pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, e che dovrà essere valutata dal giudice dell’udienza preliminare, riguarda, tra gli altri, anche l’ex segretario generale della Regione Lombardia, Nicola Maria Sanese, l’ex direttore generale dell’assessorato alla sanità del Pirellone, Carlo Lucchina, l’ex dirigente regionale Alessandra Massei. Le accuse, per tutti, sono di associazione per delinquere e corruzione.

Chiesto il processo anche per il faccendiere Pierangelo Daccò, già condannato a 10 anni per il crac del San Raffaele, per l’ex assessore regionale Antonio Simone, per sua moglie Carla Vites e per lo “storico” amico e collaboratore di Formigoni, Alberto Perego.

Le posizioni di Umberto Maugeri, ex presidente della fondazione, di Costantino Passerino, ex direttore amministrativo, e dei consulenti Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo e dell’intermediario Sandro Fenyo sono state stralciate perchè gli indagati hanno presentato istanze di patteggiamento in corso di valutazione da parte dei pm e messo a disposizione ai fini della confisca beni immobili per circa 16 milioni di euro.

Secondo l’accusa, la Fondazione avrebbe ottenuto negli anni presunti rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie, per circa 200 milioni di euro, attraverso una quindicina di delibere della giunta regionale. Parte di quei soldi, 61 milioni di euro, sarebbero stati distratti dalle casse della Maugeri, tramite il faccendiere Daccò e Simone. In cambio delle delibere, sempre secondo i magistrati, Formigoni sarebbe stato ripagato, attraverso i soldi distratti, con benefit di lusso per un valore di oltre 8 milioni di euro: viaggi, vacanze ai caraibi, la messa a disposizione di tre yacht, un maxi-sconto sull’acquisto di una villa in Sardegna, ma anche finanziamenti per cene e soggiorni al meeting di Comunione e Liberazione e 270mila euro in contanti.

Dagli accertamenti degli investigatori sembra che Formigoni, negli ultimi anni, non abbia effettuato prelievi sui suoi conti. Da qui il sospetto che avesse a disposizione contanti. L’ex governatore della Lombardia, attualmente presidente della commissione Agricoltura del Senato, secondo i pm sarebbe stato uno dei promotori di una “ollaudata e stabile organizzazione” tra il 1997 e il 2011. Le accuse a Formigoni riguardano anche presunti rimborsi illeciti ottenuti dal San Raffaele.

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