Senato approva decreto sulle staminali, ora è legge

di Mena Grimaldi

 ROMA. Con 259 sì, 2 no e 6 astenuti, il Senato ha approvato il decreto sulle staminalifacendo diventare legge il provvedimento.

In questo modo si consentirà a chi ha già iniziato le terapie con il metodo Stamina di continuarle, ma soprattutto si prevede l’avvio della sperimentazione di 18 mesi.

Per la sperimentazione saranno stanziati fino a 3 milioni di euro, promossa dal ministero avvalendosi di Aifa, Centro nazionale trapianti e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, con il ‘paletto’ della sicurezza dei pazienti nella preparazione delle linee cellulari. Quello approvato oggi in maniera definitiva è il disegno di legge n. 298-B, che reca la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 marzo 2013, n. 24, Il cosiddetto “decreto Balduzzi”, recante disposizioni urgenti in materia sanitaria.

La sperimentazione con il metodo Stamina ha suscitato accese discussioni, nonché la perplessità del premio Nobel per la medicina, esperto di staminali,Shinya Yamanaka. L’articolo 1 della legge, invece, riguarda gli ospedali psichiatrici giudiziari e differisce al primo aprile 2014 il termine per il completamento del processo di chiusura.

Prevede inoltre l’intervento sostitutivo del governo in caso di inadempienze delle regioni e puntualizza aspetti riguardanti il riparto delle risorse, che dovranno servire al potenziamento dei servizi di salute mentale sul territorio.“Siamo disponibili alla sperimentazione, ovviamente se viene mantenuto quello che è stato detto alla Camera, e cioè che Stamina potrà mettere i necessari paletti perché la metodica non venga cambiata”.

E’ il commento di Davide Vannoni, fondatore di Stamina che dopo l’approvazione in via definitiva del decreto-legge Balduzzi al Senato ‘apre’ alla sperimentazione nel quadro della legge appena varata, anche se si dice rammaricato. “Ci saranno tutta una serie di indicazioni e di valutazioni che raccoglieremo dal ministero della Salute e che proporremo noi nell’ottica di trovare un punto di accordo nel quadro della legge approvata”, spiega Vannoni all’Adnkronos.

“Nell’insieme, però, esprimo pienamente il mio rammarico perché il testo che è diventato legge, al contrario di quello che era stato votato all’unanimità dal Senato inizialmente, risponde più all’interesse della comunità scientifica italiana e della burocrazia e non assolutamente alle esigenze dei pazienti”, conclude .

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