MONDRAGONE. Su comunicazione del presidente del Consiglio comunale di Mondragone si è appreso che il sindaco Schiappa ha rassegnato le dimissioni dalla carica.
Da siti internet leggiamo, invece, di una lunga lettera in cui lo stesso cerca di spiegare il suo misterioso gesto. Nessuno ha mai chiesto al sindaco di dimettersi, ma da più parti della maggioranza che gli ha consentito lelezione al primo turno (la coalizione vincente ottenne circa il 7% in più del candidato sindaco) gli è arrivata la richiesta di uno start up del suo esecutivo, stante il perfetto immobilismo amministrativo.
Ora che il sindaco voglia scaricare tutta la sua frustrazione per il mancato raggiungimento di obiettivi pur minimi dopo un anno di amministrazione è comprensibile, ma certamente non condivisibile. Ancora una volta egli cerca di ribaltare la situazione addossando ad altri le sue esclusive responsabilità.
In questo anno di amministrazione (?) egli non ha voluto ascoltare né far partecipe i Consiglieri Comunali, ma, anzi, ha agito come un uomo solo al comando a cui è vietato porre anche la più semplice delle domande.
Se si considera lelezione a sindaco linvestitura a taumaturgo di ogni azione dellAmministrazione Comunale, allora vuol dire che qualcuno, per sua sfortuna, è nato in un periodo sbagliato! Amministrare non vuol dire comandare su tutto e tutti, ma condividere un progetto in cui molti vi hanno creduto, soprattutto quando quei molti chiedono di dare il loro contributo disinteressatamente.
Di quella stagione politica dalla quale oggi cerca maldestramente di prendere le distanze è stato non solo partecipe ma, addirittura, protagonista ricoprendo per quattro anni la carica di assessore. Evidentemente ha creduto di far così per presentarsi come il nuovo che avanza; in realtà è solo lavanzo del vecchio. E se si appellerà ai cittadini questi sapranno riconoscerlo come tale.
Il consigliere comunale del Pdl, Giuseppe Piazza