Raid vandalici contro la lista di Capone

di Redazione

 SANT’ARPINO. Sta assumendo toni preoccupanti la campagna elettorale nel comune di Sant’Arpino. In questi giorni, infatti, è stata tutta un’escalation di raid vandalici ai danni del materiale propagandistico diffuso in paese dalla coalizione guidata da Francesco Capone.

Appena sono apparsi i primi manifesti dei candidati alla carica di consigliere comunali di Libera@Democratica, questi sono stati coperti da simboli volgari e svariate volte divelti. Praticamente ogni notte si replica la stessa storia. I manifesti affissi durante il giorno vengono vandalizzati e strappati. Ma l’apice si è toccato durante il fine settimana appena trascorso con due episodi davvero incresciosi. Il primo ha interessato uno striscione affisso da alcuni sostenitori del candidato sindaco Capone lungo l’inferriata che delimita il parco di case popolari di via Alessandro Volta.

Questo striscione, come si potrà vedere dalla foto, è stato bruciato da ignoti nel corso della notte fra sabato e domenica. Stranamente fa ancora bella mostra di se, in tutta la propria interezza, uno striscione analogo del sindaco uscente appeso sempre lungo la medesima inferriata. Vittima di danneggiamenti è anche l’unico manifesto 6×3 dello stesso Capone, che fra le altre cose è montato su un impianto ricadente nel comune di Grumo Nevano, al confine con Sant’Arpino.

Una situazione ogni giorno sempre più intollerabile e chiaramente dolosa anche perché colpisce in maniera sistemica sempre solo una delle due parti in competizione. Il materiale propagandistico dell’altra compagine elettorale, infatti, non è stato minimamente intaccato in questi giorni, pur essendo ben visibile in paese, come dimostra l’installazione di manifesti 6×3 affissi, com’è noto su impianti abusivi, in lungo ed in largo.

Tuttavia sono in molti a far notare come, in realtà, non si stia verificando nulla di nuovo.Basta, infatti, tornare indietro alla campagna elettorale per le elezioni provinciali del 2010, quando, come si ricorderà, un sabato notte furono distrutti tutti i comitati elettorali dei candidati al parlamentino di Terra di Lavoro, eccezion fatta per quello del sindaco Di Santo, anche lui in corsa per uno scranno provinciale.

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