TRENTOLA DUCENTA. Limprevedibilità delladolescenza non ha limiti e non giustifica atti di violenza.
Ad affermarlo, con lamaro sulle labbra, il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, il giorno dopo lo scontro, sfociato in violenza tra due gruppi di ragazzi provenienti da Aversa e Lusciano, che nella tarda serata di ieri si sono scontrati in piazza Marconi, mentre nel raggio di qualche chilometro Gigi Finizio deliziava con le note migliaia di spettatori provenienti da tutta la Campania . Due bande di ragazzi passato dalla semplice battuta del momento sono passati alle mani, magari per futili motivi ma complice qualche semplice sorso di birra.
Il sindaco Griffo continua: E inaudito che per niente, due ragazzi si azzuffano, fino a dover far ricorso alle cure dei sanitari del pronto soccorso di Aversa,dove mi sono immediatamente recato appena ho appreso del fatto, per sincerarmi dello stato di salute del ferito. Tutto ciò mentre lAmministrazione Comunale, insieme agli abitanti, vive momenti di serenità ed entusiasmo soprattutto dai giovani del territorio. Ciò è possibile anche grazie a chi nel silenzio non dicendosi mai arrivederci, con la loro presenza da sicurezza , come la polizia municipale, la protezione civile cittadina, le guardie volontarie, le tante associazioni di volontariato. Ecco perché continuo ad interrogarmi, cosa abbia fatto scattare la quella molla di violenza in quei ragazzi provenienti dai centri vicini, che invece di godersi le melodie di un noto artista napoletano, chiudono gli occhi e si azzuffano violentemente. Un interrogativo che nasce spontaneo al quale da sindaco, ma soprattutto da padre e nonno cittadino, devo dare una risposta, da qui lappello al dialogo, per un perfetto coordinamento tra tutte le istituzioni, forze dellordine, ma soprattutto le famiglie, originali, scolastiche, lavorative ed altre. Nella nostra città ormai si narrano solo storie semplici, in nome di una libertà senza drammi, vorrei fosse così per tutto il territorio. Il mio impegno è improntato ad un grande desiderio, cioè un futuro migliore per tutti, senza nessun segno di violenza o prepotenza, soprattutto giovanile.
di Franco Musto