Fiera by night, i commercianti chiedono una migliore organizzazione

di Antonio Arduino

 AVERSA. Fiera by night in piazza Marconi, cinque gli appuntamenti, il 18, 19, 23, 26, 28 maggio e il primo giugno, voluti dall’assessore alle attività produttive per rianimare il commercio in via Seggio, realizzati tra polemiche e contestazioni andati in parte a vuoto causa maltempo.

Dopo l’ultimo appuntamento è il momento di tracciare un bilancio. Per farlo abbiamo chiesto ai commercianti, intervistando chi propone abbigliamento, la stessa merce offerta da quasi tutte le bancarelle viste in piazza Marconi. Un giro veloce, perché in via Seggio gli esercizi commerciali sono davvero pochini, ed ecco alcune delle risposte che lanciano suggerimenti e idee per una riproposizione dell’iniziativa.

“Anche se non ha portato aumento di fatturato al mio esercizio, per me la fiera va riproposta”, afferma Salvatore Santoro, gestore di un negozio di lingerie. “Una fiera in piazza Marconi è l’unico modo per riportare gente nel Seggio dove non esistono più negozi di richiamo come quelli, per intenderci, con un marchio noto, trasferiti tutti su via Roma e nei centri commerciali, che attirano anche solo per la curiosità indotta dalla pubblicità mediatica”, dice il commerciante che è stato tra quelli che avevano sottoscritto una petizione per dire no all’iniziativa.

“In realtà il mio no, come quello di altri sottoscrittori di quella petizione che – dice Santoro – non potevano essere un centinaio come hanno scritto i giornali perché nel Seggio ci sono poco più di una ventina di esercizi commerciali, è stato dettato dal fatto che ci era stato detto che sarebbero state posizionate delle bancarelle anche accanto ai negozi, cosa che mi è parsa negativa anche in fatto d’immagine. Ma alla fiera sono favorevole”. “Perché – continua – la presenza delle bancarelle in piazza Marconi non credo possa creare problemi di concorrenza, come non li creava il mercato settimanale che si effettuava una ventina di anni fa nella stessa piazza”.

“Anzi – afferma – ha portato comunque un afflusso di gente che se non compra guarda la vetrina, perché chi passa getta sempre un’occhiata. Così se non trova in piazza la merce cercata sa dove cercare una valida alternativa, sia nell’immediato sia in futuro”. Dunque un esperimento da riproporre per Salvatore Santoro.

Dello stesso parere è Filomena, che gestisce il negozio di abbigliamento “Play”. “Per il nostro tipo di merce, del genere medio-alto, la fiera non rappresenta un possibile concorrente ma solo una opportunità perché porta in via Seggio un maggiore flusso di possibili compratori”. “Di conseguenza – continua- è augurabile che venga riproposta, meglio se a tema”.

“Perché – dice – il mercato classico c’è in ogni città, mentre una fiera a tema potrebbe rappresentare un buon richiamo anche per chi non vive ad Aversa”. “Naturalmente – osserva Filomena – andrebbe opportunamente pubblicizzata e programmata con l’aiuto delle associazioni categoria, così da concordare anche un eventuale orario di chiusura che vada oltre le ore 20”.

Per un terzo commerciante, che chiede l’anonimato, il mercatino non ha portato e non potrebbe portare alcun vantaggio al suo esercizio perché frequentato essenzialmente da clienti affezionati, a meno che la fiera non venga pubblicizzata in maniera diffusa. “Noi lavoriamo con clienti che ci scelgono da decenni per la qualità della merce che proponiamo e ci fanno pubblicità con il passa parola. Il passeggio creato dalla fiera praticamente – dice – non ha influito sulle nostre vendite perché chi va al mercato vuole spendere poco e non bada alla qualità”.

“Se dovesse essere ripetuta l’iniziativa, con una informazione adeguata ed una organizzazione diversa forse – conclude – potremmo avere anche noi una ricaduta, ma per quanto c’è stato abbiamo visto solo qualche giovanotto entrare giusto per chiedere e poi andare via”.

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