HONG KONG. La talpa del Datagate, Edward Snowden, ha lasciato Hong Kong, dove era rifugiato, dal 20 maggio scorso, dopo aver svelato al mondo i piani segreti di spionaggio della Nsa, la National security agency degli Usa.
Alcune voci rivelano che il trentenne americano sarebbe partito a bordo di un aereo che da Mosca dovrebbe portarlo a Cuba e poi in Venezuela. Dietro la fuga ci sarebbe Wikileaks, i cui esperti, per loro stessa ammissione, hanno riferito via Twitter di voler aiutare lex tecnico della Nsa a trovare asilo in un paese democratico.
Gli Stati Uniti, che avevano chiesto a Hong Kong di trattenere Snowden, hanno contattato le autorità russe per sapere se luomo sia davvero arrivato a Mosca col volo dell’Aeroflot SU 213, partito alle 11 locali dalla metropoli asiatica. Ma il portavoce del presidente Vladimir Putin ha detto di essere alloscuro della vicenda e di non sapere dove sia o quali siano i piani dellex analista.
Secondo South China Morning Post, la sua destinazione finale sarebbe lIslanda, che gli ha promesso asilo politico, o lEcuador, nella cui ambasciata di Londra il capo di Wikileaks, Julian Assange, è rifugiato da oltre un anno.
Intanto, Hong Kong risponde agli Usa in un comunicato diffuso on line, annunciando che la richiesta di arresto per Snowden non rispettava pienamente tutti i requisiti legali richiesti dalle leggi di Hong Kong e che quindi sarebbero stati necessari ulteriori documenti per eseguire la cattura. Lex colonia britannica, inoltre, ha riferito di aver avvertito gli Usa che Snowden sarebbe partito e che lo stesso ha lasciato il territorio volontariamente. Hong Kong, tra laltro, intende sapere dalle autorità americane se ra le persone spiate dalla Nsa ci siano stati anche cittadini e istituzioni della regione cinese, come denunciato proprio da Snowden in alcune interviste.
Anche in Europa la vicenda scuote le istituzione. Lex analista ha accusato i servizi segreti inglesi di aver effettuato spionaggio informatico tramite cavi ottici. Se fosse vero sarebbe una catastrofe, afferma il ministro della giustizia tedesco, Sabine Leutheusser-Schnarrenberg, che chiede urgenti chiarimenti.