ISLAMABAD. Nove alpinisti stranieri e una guida locale sono rimasti uccisi, la notte scorsa, in un attentato nel Pakistan settentrionale, compiuto dai talebani del Ttp (Tehrek-e-Taliban Pakistan). Si tratta di cinque ucraini, tre cinesi ed un russo.
La strage si è verificata nella zona di Fairy Meadows della regione del Gilgit-Baltistan, punto di partenza considerato di tutta tranquillità per lascesa al Nanga Parbat, nona vetta più alta vetta del mondo nellHimalaya.
I talebani sono penetrati nel campo intorno alluna di notte, utilizzando uniformi dei ’Gilgit Scout, un corpo paramilitare affiliato alle guardie di frontiera pachistane, mentre i turisti, i loro accompagnatori e il personale di sorveglianza stavano dormendo. Dopo aver radunato i presenti, che non hanno avvertito il pericolo vista la tenuta militare amichevole degli aggressori, i militanti li hanno portati in una zona appartata, perquisendoli e sottraendo loro tutti gli oggetti preziosi ed i passaporti. Poi li hanno uccisi perché infedeli.Prima di dileguarsi i guerriglieri hanno rilasciato le guide pachistane, tranne una, uccisa, ritenuta colpevole di essere uno sciita.
La rivendicazione è giunta dal portavoce del Ttp, Ihsanullah Ihsan, che ha parlato di atto di vendetta per luccisione, nel raid di un drone dellesercito Usa, di Mufti Waliur Rehman, numero due del movimento fondamentalista sunnita.