ROMA. Il futuro del governo Letta sempre più legato alle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi.
E quanto sarebbe emerso ieri nel colloquio tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il ministro dellInterno e segretario del Pdl, Angelino Alfano. Ufficialmente lincontro era stato chiesto da Alfano per discutere della conferenza dei prefetti del 13 giugno. Ma sembra che il discorso tra i due sarebbe sia subito scivolato sulla data del 19 giugno, quando la Corte Costituzionale si dovrà pronunciare sul mancato riconoscimento del legittimo impedimento fatto dal tribunale di Milano nel corso del processo Mediaset.
Nel caso laConsulta riconoscerà il diritto a Berlusconi, il processo tornerà in primo grado e la prescrizione cancellerà la sentenza di condanna e la pena accessoria dei cinque anni di interdizione dai pubblici uffici che la Cassazione potrebbe invece confermare ad ottobre. E pare che Alfano abbia annuncia che se il 19 la Consulta darà torto a Berlusconi, il Pdl interpreterà tale decisione come un atto di guerra contro lo sforzo di pacificazione che Berlusconi ha voluto in prima persona favorendo la nascita di qusto governo, pur essendo il vincitore morale delle ultime elezioni.
Napolitano, da quanto si apprende, non si sarebbe espresso, pur manifestando preoccupazione per la stabilità del governo. Tuttavia, nel Popolo della Libertà non cè ancora chiarezza sulla reazione in caso di condanna: cè chi spinge per provocare la caduta del governo e chi invece invita alla calma visto che difficilmente si avranno elezioni subito, anche perché da novembre Berlusconi non sarebbe nemmeno candidabile e il Movimento 5 Stelle potrebbe andare in soccorso del Partito Democratico.