ROMA. E un quadro allarmante quello che viene fuori dal rapporto di Legambiente 2013 dove denuncia annualmente come la criminalità organizzata, lungi dal conoscere recessione, amplia i suoi traffici con nuove rotte e nuove frontiere.
Ne viene fuori un fatturato di sedici miliardi e 700 milioni di euro: 34.120 reati accertati, 28.132 le persone denunciate. Campania, Sicilia, Calabria e Puglia e Lazio sono le Regioni dove si concentrano gli illeciti ambientali. Numeri da capogiro anche le labusivismo edilizio passato dal 9% del 2006 al 16,9% stimato per il 2013.
A fare la differenza – spiega Legambiente – sono i costi di mercato: a fronte di un valore medio del costo di costruzione di un alloggio con le carte in regola pari a 155mila euro, quello illegale si realizza con un terzo, 66mila euro.
Raddoppiata anche la criminalità ambientale dove coglie opportunità economiche. L’Ufficio centrale antifrode dell’Agenzia delle dogane segnala che i quantitativi di materiali sequestrati nei nostri porti nel corso del 2012 sono raddoppiati rispetto al 2011, passando da 7mila a circa 14mila tonnellate grazie soprattutto ai cosiddetti cascami, cioè materiali che dovrebbero essere destinati ad alimentare l’economia legale del riciclo e che invece finiscono in Corea del Sud, Cina, Hong Kong, Indonesia.
Flussi che garantiscono enormi guadagni ai trafficanti e un doppio danno per l’economia legale, perchè si pagano contributi ecologici per attività di trattamento e di riciclo che non vengono effettuate e vengono penalizzate le imprese oneste, costrette a chiudere per la mancanza di materiali.