Rifiuti interrati sull’Appia: Legambiente chiede celerita’ nelle indagini

di Redazione

 SESSA AURUNCA. “Ci avete messo in croce”. Così recitava uno slogan scritto su una croce di cartone portata a spalla da uno dei manifestanti che sabato hanno protestato sulla statale Appia, vicino al tratto di strada, lungo 400 metri, sul territorio di Sessa Aurunca, dove c’è il sospetto che vi siano stati interrati dei rifiuti tossici.

Tratto, dal chilometro 160 al 164, sequestrato dalla Procura, nell’ambito di un’indagine, avviata un anno fa, condotta dal locale commissariato di polizia. Una zona al confine tra Campania e Lazio, situata a poche centinaia di metri dall’ex centrale nucleare sul fiume Garigliano, per la quale è in corso un’altra indagine su presunte irregolarità nell’attività di smantellamento. Si indaga sulle ditte appaltatrici dell’Anas che hanno eseguito i lavori di rifacimento del manto stradale.Finora non risultano persone iscritte nel registro degli indagati.

A sporgere denuncia alla polizia, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni, era stata nell’aprile scorso la responsabile del circolo cittadino di Legambiente, Giulia Casella. Due settimane dopo il sequestro. Ora gli ambientalisti chiedono celerità nelle indagini per appurare, al più presto, la verità dei fatti, i nomi dei responsabili, e, al contempo, invocare la bonifica della zona.

I manifestanti – tra cui anche esponenti di Libera, Comitato Don Diana, cooperativa Osiride e Al di là dei sogni – hanno chiesto anche maggiori controlli sugli sversamenti illeciti sul territorio, come quelli che avvengono alla Foce del Garigliano dove vengono abbandonati e bruciati pneumatici e altri materiali inquinanti.

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