In fiamme la sede dell’Arca Atletica Aversa: distrutti 50 anni di sport

di Antonio Taglialatela

 AVERSA. In fiamme la sede dell’associazione sportiva “Arca Atletica Aversa Agro Aversano” nel complesso della “Maddalena” di Aversa, che un tempo ospitava il manicomio. Distrutti documenti, annuari, risultati, maglie storiche.

Un gesto, da parte di ignoti, che ha visto anche il furto di coppe e trofei. Sconcertati i dirigenti del sodalizio, insieme a tutti gli appassionati di sport della zona, che ora si chiedono cosa ci sia dietro l’episodio criminale. L’opera di balordi oppure di chi vuole che la “Maddalena” sia liberata per qualche interesse particolare? “E’ andato in fumo il patrimonio di una vita, ora non ci resta che andarcene”, commentano i dirigenti. Alla società aversana ora non resta che lasciare questi luoghi, una scommessa persa che era partita da quel connubio con Franco Rotelli, allora direttore dell’Asl, che credeva fermamente nel superamento dei manicomi e nella riconversione di queste strutture. Un sogno morto, anzi bruciato per sempre.

Ora il presidente della società, Vittorio Savino, ha scritto al sindaco di Aversa, Giuseppe Sagliocco, per donargli quel che resta e trovare a questo materiale una sede degna. Ciò per non perdere la memoria di 44 anni di storia dello sport aversano, durante i quali nessun atleta iscritto ha versato un centesimo per praticare le discipline. Ma anche per dare un segnale forte di continuità. L’atletica, lo sport, non può fermarsi così.

L’Arca è una delle società sportive più “antiche” della provincia di Caserta. Venne fondata da un gruppo di giovanissimi nell’ormai lontano 1969, sugli entusiasmi che portarono la prima edizione dei Giochi della Gioventù. Da sempre fucina di campioni, vanta tra i suoi tanti primati circa un centinaio di titoli italiani, una quarantina di maglie azzurre e ben 4500 tesserati nel suoi 44 anni di vita ininterrotta è società insignita dal Coni della Stella d’Argento al Merito Sportivo.

 Dalle sue fila sono nati campioni, ma anche dirigenti importanti per lo sport italiano. Sempre senza una struttura per l’atletica in città, da anni la società si barcamena tra gli impianti di atletica sorti nell’agro aversano, Casal di Principe e Villa Literno tra i primi, oggi ricordi arcaici di strutture sportive una volta efficaci, San Marcellino, che ormai da circa un decennio ospita lo squadrone aversano, che ne ha approfittato per dare vita ad un connubio con la locale scuola media, un progetto che ha visto nascere a decine belle speranze giovanili dell’atletica campana.

Ad Aversa restavano una pedana per lanciare il martello ed il disco, all’epoca costruita nell’ex ospedale psichiatrico, e un deposito in quello che fu il vecchio padiglione “Leonardo Bianchi”, poi ceduto dall’Asl Ce2 al Comune e nel quale, in attesa di ulteriori destinazioni, si continuava a tenere le coppe, i trofei, il materiale accumulato in circa 50 anni di storia sportiva.

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