Condannato il soldato Manning, la talpa di Wikileaks

di Mena Grimaldi
 WASHINGTON.
Condannato Bradley Manning, il
soldato americano reo confesso di essere la talpa della più grande fuga di
notizie della storia d’America: Wikileaks.

Manning, accusato di essere stato
l’informatore di Julian Assange, il
fondatore di Wikileaks, era stato arrestato tre anni fa e il verdetto è
arrivato dopo due mesi di processo.

Scagionato però, dall’accusa di connivenza
con il nemico di conseguenza non dovrà scontare la pena dell’ergastolo.

Non è
stata resa nota l’entità della pena. Il militare 25enne è stato giudicato
colpevole per 19 sui 21 capi d’imputazione per cui era stato incriminato.

Ad annunciare il verdetto è stata la giudice militare Denise Lind. Il reato di aiuto al
nemico era il più grave dei 21 di cui Manning era accusato e poteva comportare
la pena all’ergastolo senza possibilità di condizionale.

Una sentenza attesa, a
distanza, anche da Edward Snowden, il
giovane 29enne ex tecnico della Cia, considerato invece la talpa dello scandalo
Datagate che ha chiesto ufficialmente asilo alla Russia ed è ancora in attesa
di risposta

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