PARIGI. Violentata durante una gita scolastica a Berlino a fine maggio, un mese e mezzo dopo è stata espulsa dalla scuola perché al momento dellaggressione stava violando il coprifuoco imposto dallistituto prima del viaggio.
Sta sollevando un comprensibile polverone la vicenda della 15enne Manon (ma il nome scelto da Le Figaro è di fantasia, vista la minore età della ragazzina), cacciata dalla Notre-Dame de la Provence, scuola privata cattolica di Thionville, cittadina della Lorena.
La ragazza, insieme con altre due compagne è stata espulsa per non aver rispettato il regolamento interno, firmato da studenti e genitori prima della partenza per la Germania, che vietava ai ragazzi di uscire dalle loro camere dopo le 22 (in realtà la comitiva scolastica era alloggiata in un ostello berlinese e non aveva unala riservata ad uso esclusivo, fa notare lavvocato Frédéric Richard-Maupillier, che rappresenta la famiglia della ragazzina) e di consumare alcolici. Un divieto che però la sera del 28 maggio Manon e le sue amiche non rispettano (Sono studentesse di 15 anni e a quelletà si sa che non sempre si rispettano le regole, commenta ancora il legale), decidendo di uscire a chiacchierare in corridoio.
Ed è lì che incontrano un 18enne polacco, conosciuto poche ore prima sempre allinterno dellostello, che le convince a seguirlo nella sua stanza, dove però ci sono altri tre amici che, dopo aver spinto le ragazzine a bere vodka per lasciarsi un po andare, aggrediscono sessualmente Manon.
Due giorni dopo ladolescente racconta quanto successo ad un insegnante, che denuncia poi laccaduto alla polizia di Berlino. Ma mentre forze dellordine tedesche avviano le indagini (tuttora in corso) per chiarire le circostanze della presunta violenza, al ritorno in Francia la scuola convoca un consiglio disciplinare durgenza, decidendo allunanimità di espellere le tre studentesse per non aver rispettato il coprifuoco ed essere andate nella stanza di quattro uomini adulti ed aver assunto alcolici, come ha poi spiegato la preside Francoise Lallier nel motivare la punizione, mentre lavvocato della scuola, Hervé Renoux, ha rincarato la dose sullEst Repubblicain, sostenendo che la responsabilità dellaccaduto è anche delle studentesse, perché un eccessivo consumo di alcolici ha causato un comportamento inappropriato.
Una decisione che ha però sconcertato la famiglia di Manon che, se da un lato comprende la necessità di una punizione per la violazione del regolamento scolastico, dallaltra giudica però lespulsione sproporzionata al mancato rispetto del coprifuoco, soprattutto viste le conseguenze per la ragazzina, e ha perciò presentato un ricorso amministrativo, per chiedere la revoca del provvedimento.
Ci troviamo di fronte alla vittima di uno stupro che dal giorno dellaggressione non si è ancora ripresa spiega ancora lavvocato Richard-Maupillier su Le Figaro ed è tuttora talmente turbata da dover essere seguita da uno psicologo. Ecco perché non possiamo permetterle di pensare che quanto successo sia stata colpa sua. In realtà, la scuola avrebbe dovuto attuare una supervisione più rigorosa durante il viaggio, soprattutto la sera, invece non solo nessuno si è assunto le proprie responsabilità, ma i capi dellistituto hanno addirittura evitato di rispondere alle mie domande o a quelle dei genitori e hanno preferito sbarazzarsi del problema cacciando la studentessa, prima che la vicenda diventasse troppo spinosa.