E’ morto il cardinale Ersilio Tonini

di Redazione

Ersilio Tonini RAVENNA. Il cardinale Ersilio Tonini è morto nella notte tra sabato e domenica, intorno alle 2, all’Opera Santa Teresa di Ravenna, dove alloggiava da molti anni.

Il decesso è sopravvenuto per complicazioni nelle ultime ore alle sue condizioni. Aveva compiuto 99 anni il 20 luglio. Nella Chiesa di Santa Teresa sarà allestita la camera ardenteper poter accogliere le molte persone che chiedono di poter dare l’ultimo saluto al cardinale. I funerali dovrebbero essere celebrati martedì nel Duomo di Ravenna.

Il cardinale Tonini era lucido la scorsa notte, negli ultimi istanti della sua vita. “Ha pregato e ha detto ‘voletevi bene, io devo tornare dal Padre mio”, ha riferito suor Virginia, che fino all’ultimo lo ha assistito nel suo alloggio assieme alle infermiere. “L’amore è la cosa più importante nella vita”, ha detto ancora il porporato. Sabato aveva passato una giornata agitata, ma la scorsa notte era calmo, sereno e consapevole – ha aggiunto suor Virginia – che la sua vita si stava spegnendo.

Il Papa ricorda “l’amato” cardinale Tonini. È quanto si legge in una nota diffusa dall’Opera Santa Teresa del Bambino Gesù. “Il Santo Padre Francesco, il Collegio Cardinalizio, l’Arcivescovo Lorenzo, l’emerito Giuseppe, con il presbiterio e i fedeli tutti della Diocesi di Ravenna-Cervia – si legge nella nota – annunciano la scomparsa dell’amato Cardinale Ersilio Tonini”.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha espresso il cordoglio suo e della Giunta regionale per la morte del cardinale.”La morte di monsignor Tonini ci addolora e ci riempie di tristezza. Le sue parole buone – afferma Errani – ci sono sempre state vicine, hanno accompagnato e dato forza a chi crede nei valori della solidarietà e dell’uguaglianza e si impegna a costruire una società più giusta. Uomo di fede, immerso nella realtà ma sempre attento ai significati più veri dell’esistenza, il suo ministero ci ha offerto occasioni di riflessione alta e ci ha indicato la strada. Per questo la sua voce mancherà a molti”.

“Al cardinal Tonini hanno voluto bene i cattolici, i non credenti e i fedeli di altre religioni. Tutta la comunità ravennate è partecipe di questa perdita, perchè Ravenna vuole bene alle persone che fanno del bene. Ersilio Tonini da Sacerdote, Arcivescovo e Cardinale di bene ne ha fatto tanto”. Così lo ricorda il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci. “Cittadino residente a Santa Teresa e cittadino onorario di Ravenna, terminata la sua missione di Arcivescovo aveva scelto di continuare a vivere nella nostra città. Naturalmente la sua opera religiosa e intellettuale – sottolinea il sindaco – va ben oltre i confini di Ravenna e dell’Italia: la sua eredità morale e spirituale ha un valore immenso. Ho avuto la fortuna di conoscerlo alla fine degli anni Settanta. Quando lo avevo di fronte mi sembrava di avere davanti la Chiesa tutta: una Chiesa con le porte spalancate anche a chi vi si avvicinava da molto lontano. Tonini incarnava la Chiesa, era dotato di un immenso amore per le persone e di uno straordinario bagaglio intellettuale. Una guida per tanti. Un punto di riferimento per tutti”.

In occasione del suo ultimo compleanno, il 20 luglio scorso, dal suo letto e con un filo di voce, aveva parlato del ruolo del giornalismo italiano ed internazionale: “Il giornalismo non ha ancora capito quale sia il suo ruolo – aveva detto – perchè il suo vero ruolo, il suo compito è quello di andare a vedere la realtà attuale con gli occhi degli uomini attuali. Il giornalismo italiano e mondiale o è profeta o è niente!”.

Di fronte alla torta e al tradizionale rito degli auguri, il cardinale aveva aggiunto: “Si fa presto a dare una benedizione, ma è la parola buona che invece è difficile da dare, perchè la parola buona viene dal cuore e deve penetrare nella coscienza e per fare questo non basta la parola ‘augurì, ma bisogna aiutare le singole persone a penetrare nel loro cuore”.

Giornalista, scrittore, grande filosofo, prediligeva tra tutti Socrate e Platone, che citava di continuo. Uomo coltissimo, di profondissima fede, era amato da credenti e non. La sua dialettica, il suo amore per la ricerca della verità e la sua profonda umiltà – ricordano all’Opera di Santa Teresa – ne hanno fatto un personaggio unico, amato e stimato da tutti. Con i giovani, in particolare, aveva un rapporto affettuoso, sapeva dialogare con loro e comprenderne i problemi. Arrivava al cuore di tutti e pur cogliendone le debolezza sapeva esaltare e trovare gli aspetti positivi di ciascuno. “Quel che il Signore vorrà da te, lo vorremo anche noi”, era la frase che gli ripeteva l’amatissima mamma sin da piccolo e che il cardinale era solito ricordare insieme a “Salvati l’anima, figliolo”. Suor Paola è stata l’instancabile assistente che lo ha seguito e appoggiato in tutte le sue ‘avventure’.

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