i fighetti, cercare l’applauso individuale con un tweet o su Facebook non basta
più, se falliamo saremo travolti tutti insieme e con noi l’Italia.
Così il
premier Enrico Letta scuote i suoi
durante il suo intervento all’assemblea del gruppo Pd della Camera.
Non
c’è alternativa politica a questa maggioranza, e nemmeno il voto lo è, dice.
Dopo
la vicenda del Quirinale occorre costruire il Pd, un’area riformista protagonista
in Italia e in Europa, e sono solidale con il lavoro che Epifani sta svolgendo
e di cui discuteremo venerdì.
Non è un mese in più a palazzo Chigi che mi
farà cambiare gli obiettivi – dice il premier – rilancio economico, riforma
istituzionale, un’altra Europa. Un applauso individuale non serve a nessuno,
questo percorso non deve portare il nome di una persona, a partire da me.
Dobbiamo andare al voto consegnando un paese che decide – è l’esortazione
rivolta da Letta ai deputati che lo sostengono -. Giocare a far finta non basta
più. Un sistema che non decide è da riformare e le riforme istituzionali e il referendum
finale sono uno strumento per rinvigorire il percorso decisionale.
Poi
una rivendicazione del lavoro svolto sinora: Questi primi 90 giorni dimostrano
che è possibile dare risposte all’Italia e all’Europa, come è accaduto sul
lavoro. Cambiare si può.