ROMA. Sul portale di Palazzo Chigi sono visibili i redditi dei ministri. In testa la titolare della giustizia, Annamaria Cancellieri, con un reddito imponibile di 319.170 euro che però risulta al secondo posto se si considerano anche i sottosegretari.
Infatti, Patroni Griffi, sottosegretario alla presidenza del consiglio, ha dichiarato un reddito di 331.627 euro. La più povera è invece il ministro all’integrazione, Cecile Kyenge, che dichiara 38.538 euro. Il premier Enrico Letta si piazza al decimo posto con un reddito di 123.893, poco sopra il vicepremier e ministro dellInterno, Angelino Alfano, che ha dichiarato 106.616 euro. Tra gli altri si può conoscere il reddito lordo complessivo del 2012 del ministro delle Riforme Costituzionali Gaetano Quagliariello che ammonta a 70.377. Quello del Ministro agli Affari europei Enzo Moavero Milanesi si attesta a 186.735 euro. Il reddito dichiarato da Graziano Delrio, ministro degli Affari regionali e Autonomie ammonta a 98.849. Il ministro alla Coesione territoriale Carlo Trigilia ha dichiarato un reddito complessivo loro di 179.025 euro. Per il ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione Giampiero D’Alia il reddito dichiarato ammonta a 101.302 euro. Per il ministro ai Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini il reddito complessivo lordo dichiarato è di 228.444 euro. Emma Bonino, ministro degli esteri, a dichiarare 177.077 euro, Maria Chiara Carrozza 99.129, Andrea Orlando 91.724.
Sul sito del ministero dell’economia e delle finanze si può anche leggere una scheda sulla posizione patrimoniale del ministro Saccomanni, dalla quale risulta essere comproprietario di tre appartamenti, due box ed un altro appartamento condominiale. Dal 28 aprile scorso al 19 luglio dichiara come compensi connessi alla carica di ministro 195.255 euro lordi su base annua. Dopo quella data, in seguito all’entrata in vigore del D.L. 54/2013 la cifra di 130.707.
E altra precisazione arriva dal sottosegretario Patroni Griffi: Il reddito lordo ricavato dalla dichiarazione dei redditi – si legge in una nota – concerne il reddito da lavoro del 2012 comprensivo di compensi arretrati corrisposti a seguito di sentenza di corte costituzionale nonchè reddito da locazione su cui è stata poi applicata imposta di cedolare secca. La retribuzione lorda – si legge ancora – è indicata puntualmente e costituita da stipendio di presidente di sezione del consiglio di stato pari circa a 243mila euro annui lordi. Quanto alla situazione patrimoniale viene indicata la proprietà di un appartamento a Roma, due a Napoli uno a Massalubrense e un terreno a Frignano. Si omette però di dire che i due appartamenti a Napoli sono in nuda proprietà e per 450/1000, l’appartamento a Massalubrense è in nuda proprietà e per 200/1000 e il terreno a Frignano (200/1000) è concesso in comodato gratuito ad associazione no profit.
Patroni Griffi, sul sito di Palazzo Chigi, pubblica anche i redditi dei suoi quattro fratelli, della madre e dei due figli. Non da meno è il suo successore, Giampiero D’Alia, che pubblica i patrimoni anche del padre da poco defunto, dei fratelli, della mamma, della moglie e del piccolo Totò, che frequenta la scuola media e quindi non ha niente. Il ministro Flavio Zanonato pubblica i redditi di ben quindici parenti. Non ci sono i redditi del coniuge e dei parenti fino al secondo grado di diversi ministri, dal vicepremier Alfano ai ministri Enzo Moavero, Graziano Del Rio, Cecile Kyenge e Maurizio Lupi.
E dalla lettura delle dichiarazioni patrimoniali emergono tante curiosità: dall’immobile a Parigi di Gaetano Quagliariello a una quota di un terreno in Messico in comproprietà con il padre di Andrea Orlando fino ai 23 fabbricati (tra appartamenti, box magazzini e negozi) di Annamaria Cancellieri.
La pubblicazione dei redditi solleva comunque delle perplessità per le scelte fatte dai diversi ministri. C’è, infatti, chi pubblica le situazioni patrimoniali di mogli, fratelli e figli, compresi quelli teenager e quindi nullatenenti. C’è chi si limita a elencare quanto possiede e nega il consenso alla pubblicazione dei propri dati rilasciata da parte dei parenti. E c’è poi chi, come il premier Letta, pubblica il proprio Cud, ma non fornisce informazioni sulla propria posizione patrimoniale. Tutti i membri dell’Esecutivo, qualcuno all’ultimo minuto, hanno comunque ottemperato all’obbligo di legge, evitando così di far scattare la sanzione dai 500 ai 10mila euro in caso di omissione, con relativa pubblicazione su internet.