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ROMA. Il sindaco di Firenze ed esponente del Pd, Matteo Renzi, assicura che non intende far cadere il governo, anche perché ritiene che non si andrebbe a elezioni anticipate, …
… ma chiede al premier e compagno di partito Enrico Letta di andare in Parlamento a parlare della vicenda dell’espulsione della moglie e della figlia del leader dell’opposizione kazaka Mukhtar Ablyazov.
“Sono stufo di questo fuoco di sbarramento incomprensibile su ogni cosa che faccio. Se non devo partecipare al congresso lo dicano, ma non strumentalizziamo per vicende del Pd una bimba di sei anni che è stata presa dalle forze speciali afferma in unintervista a La Stampa.
“Non faccio una questione Alfano o non Alfano, altrimenti diventa tutto strumentale, non sono alla ricerca di un capro espiatorio”, ha continuato segnando una apparente marcia indietro rispetto alla richiesta di alcuni senatori a lui vicini, che in una nota avevano chiesto le dimissioni del capo del Viminale.
Renziauspica una riflessione all’interno del Pd, perché “andare avanti con questo clima di guerriglia permanente è davvero incomprensibile” dice insistendo, a proposito della vicenda Shalabayeva, sulla necessità che il premier Letta “vada in aula a dire la sua. Non mi metto a fare il capofila di quelli che vogliono le elezioni o il capofila degli altri. Facciamo un punto di forza di questa vicenda, che ora è un punto di debolezza”.
Nella mattinata di giovedì 18 giugno, intanto, si è tenuta una riunione dei senatori di area renziana proprio sul caso Ablyazov-Shalabayeva. I senatori, secondo quanto si apprende, vorrebbero chiedere al gruppo del Pd di presentare una propria mozione di sfiducia nei confronti del ministro Angelino Alfano, anche in ragione delle parole dure sulla vicenda usate dal presidente della Repubblica nel corso della cerimonia del Ventaglio (qui il discorso integrale) e in considerazione delle dimissioni del ministro Josefa Idem per una vicenda, sottolineano, di tutt’altro tenore.
Mercoledì, dopo la relazione del capo della Polizia Alessandro Pansa in Parlamento, il premier Enrico Letta ha detto che dalla ricostruzione “emerge chiaramente la totale estraneità” di Alfano. Per alcuni esponenti del Pdl, ma anche dello stesso Pd, la posizione di Renzi sulla vicenda della moglie e della figlia del dissidente Ablyazov sarebbe un tentativo di portare alle dimissioni il governo Letta per poi puntare a Palazzo Chigi.
Il Partito democratico è diviso sulla questione, con alcuni dirigenti che vorrebbero comunque le dimissioni di Alfano almeno da ministro dell’Interno. Proprio a causa delle fibrillazioni, le riunioni dei gruppi parlamentari del partito previste per il 17 luglio sono state rinviate, mentre un vertice tra la segreteria del partito e i capigruppo si è concluso in serata con la decisione annunciata di non votare “le mozioni delle opposizioni contro il governo, perché ne determinerebbero la caduta”, secondo un comunicato.
La nota del Pd si conclude però con la constatazione che “resta tuttavia aperto il problema di come ridare credibilità alle istituzioni che sovraintendono a problemi di grande delicatezza sul piano interno e internazionale”. Le mozioni di sfiducia nei confronti di Alfano saranno discusse venerdì 19 luglio in Senato.