SAN TAMMARO. Tanti interrogativi e poche certezze sullomicidio di Katia Tondi, la 31enne trovata senza vita sabato sera nella sua abitazione di San Tammaro (Caserta).
Potrebbe essere stata strangolata, questo almeno sembrano suggerire i segni sul collo notati dal medico legale. Martedì lautopsia, che sarà eseguita allistituto di medicina legale di Caserta, chiarirà la causa della morte. Ma sul movente, e sul responsabile, tutto è ancora da stabilire.
A scoprire il corpo è stato il marito, Emilio Lavoretano, anche lui 31 anni, impiegato in un negozio di pneumatici nella vicina Santa Maria Capua Vetere. Nella stessa stanza, nella culla, anche il loro bimbo di sette mesi.
Il pm Luigi Musto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere non ha scritto ancora nessun nome nel registro degli indagati. Subito messa al vaglio la posizione del marito, che sabato sera, di ritorno dal supermercato, ha scoperto il corpo senza vita della moglie riverso nel corridoio con il volto rivolto verso il soffitto, mentre il loro bimbo di sette mesi dormiva in una stanza.
Luomo ha raccontato di essere uscito intorno alle 19 per fare la spesa, alibi confermato dalla verifica degli scontrini fiscali, e di essere ritornato poco prima delle 20 nellappartamento situato al quarto piano di un palazzo del Parco Laurus, in via Ferdinando Borbone. Ha detto di aver trovato la porta dingresso semiaperta e la moglie riversa a terra nel corridoio, tentando disperatamente di rianimarla.
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La prima pattuglia della squadra volante della polizia è arrivata poche decine di minuti dopo, chiamata dalluomo. Nella notte, si è appreso da ambienti investigativi, Lavoretano è stato sottoposto ai test per accertare l’eventuale assunzione di alcol o droga, che hanno dato esito negativo.
Dalle dichiarazioni dei parenti non sono emersi, inoltre, contrasti tra i giovani coniugi. Nel contempo, anche la prima pista ipotizzata, quella della rapina, ha perso peso, anche se, in mancanza di ipotesi attendibili, non è stata del tutto tralasciata. Dalla casa, trovata a soqquadro, non è stato preso nulla, né gli inquilini del palazzo hanno sentito del trambusto o notato qualcuno fuggire dall’abitazione dei coniugi, posta al quarto piano del palazzo. La porta dingresso non era forzata: se qualcuno, dunque, ha provato a fare il colpo si è fatto prima aprire dalla donna.
I poliziotti del commissariato di Santa Maria Capua Vetere, guidati dal vicequestore Pasquale Trocino, hanno interrogato i vicini per capire se vi fossero forti motivi di risentimento tra la coppia e qualche altro inquilino ma non è emerso nulla. Lavoretano è tuttora sotto choc, così come la comunità di San Tammaro, che si è stretta attorno alla famiglia della giovane.