AVERSA. Allinizio, poco più di un anno fa, i consiglieri comunali di maggioranza erano 19, passarono, poi, a 20 con la fuga dallopposizione di Gabriele Costanzo, imprenditore prestato alla politica, dopo essere passato attraverso i cottimi fiduciari.
Ad essi, di fatto, ma mai ufficialmente, si sono aggiunti un altro candidato a sindaco (a dimostrazione che le elezioni erano state praticamente una farsa), addirittura quello del centrosinistra, Salvino Cella, e il suo sodale Salvatore Candida. Ben 22 su 24 con i soli Marco Villano e Pasquale Morra a fare opposizione più o meno dura.
Poi la situazione è precipitata ed oggi lattuale amministrazione del sindaco Giuseppe Sagliocco rischia di saltare con una serie di consiglieri comunali di maggioranza che potrebbero addirittura non votare il bilancio o chiedere lapprovazione di emendamenti (che lo snaturerebbero) per concedere il loro placet.
Da 22 si scende immediatamente a 19 sottraendo i tre discoli del Pdl: Michele Galluccio, Gino della Valle e Gianpaolo Dello Vicario. Passo indietro sostanziale anche di Imma Lama che con il sindaco attuale non ha mai avuto un rapporto politico idilliaco. Vi sono, poi, i mal di pancia di ben tre Udc su quattro: Orlando De Cristofaro, Luigi Vargas e Augusto Bisceglia (anche se con lui e suo padre Mimmo, già sindaco di Aversa, Sagliocco avrebbe avuto un colloquio chiarificatore). Ed ecco che i voti certi per il bilancio scendono a 15.
Ma il malpancismo sembra essersi diffuso in maniera epidemica tanto da essere giunto anche in Noi Aversani, roccaforte del primo cittadino, dove lunico fedelissimo, senza se e senza ma, sembra essere rimasto Rosario Capasso. Nico Nobis e Paolo Galluccio, infatti, non perdono occasione per rendere noto i propri distinguo. In disparte, quasi sul punto di lasciare, Gianfranco Perillo che potrebbe anche non andare più in Consiglio comunale, ma non dimettersi.
Ed allora siamo a 12 voti certi per il bilancio più quello del sindaco stesso da 13. Ma, come è facile intuire, siamo sulla lama di un coltello, sia dalluna che dallaltra parte e se si aggiunge che Raffaele Marino potrebbe uscire dalla maggioranza se non intitoleranno lo slargo antistante lufficio postale di viale Europa a Re Franceschiello, allora la situazione sembra essere veramente seria.
Il sindaco, tuttavia, non demorde e in questi giorni sta mettendo in campo tutta la sua abilità politica e il savoir-faire che gli è proprio per cercare di riportare calma in una maggioranza che, almeno sul piano politico, non esiste più considerato che i partiti che la compongono (e non per colpa del primo cittadino) si sono praticamente tutti, indistintamente, dissolti.