Berlusconi: “Resto io il capo”. Schifani si infiamma con il Pd

di Mena Grimaldi

 ROMA. “State tranquilli che non mi faccio da parte, resto io il capo del centrodestra. Farò sino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio”.

Così Silvio Berlusconi mette a tacere le chiacchiere su un suo successore e, nel contempo, manda un chiaro messaggio ai suoi affidandosi ad un post sulla sua pagina di Facebook.

Intanto, dopo le dichiarazioni del premier Enrico Letta su una possibile legge elettorale entro ottobre, Renato Schifani si infiamma e risponde: “Sulla legge elettorale posso condividere la fretta di Letta se si riferisce al recepimento dei rilievi della Corte Costituzionale, altrimenti non comprendo le motivazioni di questa fretta. Comunque non ci sono margini di avvicinamento.

Tra Pd e Pdl le distanze rimangono. Noi siamo per mettere in sicurezza il Porcellum con la soglia”, dice il capogruppo al Senato del Pdl a margine del Meeting di Cl a Rimini.

“Per noi la legge elettorale nuova deve seguire le riforme istituzionali – aggiunge-, altrimenti non la comprendo e preferisco non comprendere altre motivazioni che non mi piacciono, come quella di fare una legge elettorale per andare a votare subito. Noi siamo per le cose lineari e per mettere in sicurezza l’attuale legge. Noi diciamo no al ritorno del Mattarellum”.

A loro volta i democratici confermano la loro posizione attraverso le parole di Anna Finocchiaro, senatrice Pd e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato.

“Il Pd – dice la Finocchiaro – alla ripresa prenderà una iniziativa per ridare agli italiani la possibilità di scegliere gli eletti, per rendere omogenee le maggioranze di Camera e Senato, per modificare l’abnorme premio di maggioranza che il Porcellum regala. Siamo consapevoli che sia necessario trovare in Parlamento un accordo con altre forze politiche ma siamo anche forti della certezza di avere dalla nostra parte la gran parte dei cittadini italiani che non vogliono più il Porcellum”.

La riforma della legge elettorale agita le acque anche all’interno nel Pd. Il deputato Roberto Giachetti non usa mezzi termini nei confronti del suo partito che, pochi mesi fa, aveva respinto la sua mozione per cancellare il Porcellum.

E prende di mira anche la collega Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato, `colpevole´ di aver “scippato alla Camera l’avvio della discussione della riforma elettorale con una furbata di sapore vecchio consociativo facendone un finto incardinamento al Senato prima della pausa estiva”.

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