Meeting di Rimini, Letta: “Entro ottobre la legge elettorale”

di Mena Grimaldi

 RIMINI. “Non lasceremo soli i giovani. Lavoreremo e faremo di tutto perché riescano ad avere opportunità che altri giovani in altre parti d’Europa hanno oggi. Grazie all’Europa e a un’Italia migliore daremo ai giovani questa opportunità”.

Sono state queste le parole del premier Enrico Letta al suo arrivo al Meeting di Rimini. Tanti gli argomenti trattati dal premier sul palco. All’inizio del suo discorso, Letta ha ricordato il voto di febbraio paragonandolo a “un terremoto: quel voto è stata l’ultima richiesta al sistema di politica di cambiare. E a quel cambiamento non possiamo essere sordi”.

Riferimenti a ciò che il governo ha fatto e a ciò che ancora deve e vuole fare, all’Europa, alla finanza causa della crisi, alle riforme politiche e alla necessità di collaborare per il bene comune.

“Abbiamo la sensazione che in questi ultimi due anni un percorso si è compiuto. Un segno è dato dallo spread, che è tornato a livelli inferiori rispetto a due anni fa”, ha spiegato.

Ma ora “il cambiamento più urgente è la legge elettorale: a ottobre la Camera dovrà approvare la riforma per consentire ai cittadini di tornare arbitro». Non solo, servono anche altre “riforme che consentano il ricambio”, come quella sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.

E parlando delle norme del decreto del Fare e dell’importanza di rimettere il cittadino al centro delle priorità dello Stato ha detto: “La burocrazia non deve prevalere sull’uomo o sulla persona: se il cittadino ha bisogno di una risposta e quella non arriva, lo Stato deve pagare per la propria inadempienza”.

Chiudendo il suo discorso, il premier è tornato sul tema della politica dichiarando che “noi dobbiamo rilanciare la politica alta, non ci sono grandi scelte se non c’è la politica e noi non abbiamo avuto esempi di buona politica ma tanti di mala politica. Ma non ce la facciamo senza politica: dobbiamo essere esigenti, richiedere trasparenza, costi ridotti, responsabilità e ricambio ma serve la politica alta”.

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