SAN MARCELLINO. Esperienza unica e preziosa quella vissutadallAzione Cattolica di San Marcellino, in gemellaggio con quella dellaparrocchia dellImmacolata di Qualiano, a Salerno, dal 28 luglio al 4 agosto, ospitati nella confortevolissima strutturadei padri salesiani.
Ben 114 componenti delle due associazioni hanno realizzato, infatti,un campo scuola indimenticabile per intensità, relazioni, preghiera edivertimento. I primi tre giorni hanno visto protagonisti i bambini dellAcr, gli altri quattro i giovani e i giovanissimi.Guidati dai due presidenti delle associazioni, dai responsabili disettore e assistiti dal parroco di San Marcellino don Salvatore Verde,coadiuvato da tre suore, undiacono e un seminarista, i partecipanti al campo scuola hanno volato versolalto, questo anche il tema del campo voluto dagli stessi giovani,attraverso una serie di attività formative di relazione, di confronto, diriflessione e di preghiera.
Dalla stessa testimonianza dei ragazzi e bambini sembra, strano ma vero, i momenti più alti si sono toccati non quando tuttiinsieme sono stati a divertirsi al mare o quando hanno giocato a calcio, ma almomento dellesperienza del deserto, terminato con la confessione individualein cui si sono confrontati con se stessi e soprattutto alla Veglia di preghieraguidata, dove la commozione ha preso un po tutti.
Attività di workshop hannovisto confrontarsi i giovani delle due realtà parrocchiali in momenti formativiche certamente hanno lasciato un segno importante. Non sembravano due diverserealtà parrocchiali, ma ununica grande famiglia. Ovviamente questi momenti sono stati realizzati in tempi e forme diverse: prima con i piccoli dal 28 al31 luglio e poi con i giovani – giovanissimi dal 31 luglio al 4 agosto.
Importanti sono state anche le figure di santi e beati, nati nel mondodellAzione Cattolica, presentati ai partecipanti e sui quali si sonosoffermati a riflettere e pregare.A fare da cornice a questi giorni intensi è stata anche la bellatestimonianza resa dai padri salesiani che hanno vissuto questa settimana inmezzo a loro. Una testimonianza che ha commosso tutti è stata quella di padreFelice Della Rocca, un salesiano ultranovantenne malato, che ha saputo toccareil cuore dei giovani quando in un intervento ha affermato di accettare da Diotutto, anche la malattia che lo rende infermo da oltre quarantanni. Unapplauso interminabile dei giovani ne ha testimoniato la gratitudine.I giovani hanno visitato anche il duomo della città e il museo diocesano,concludendo con la preghiera sulla tomba dellapostolo San Matteo, patronodella diocesi di Salerno.
Ad impreziosire ulteriormente i giovani è stata la tavola rotonda, guidatadalla presidente dellAzione Cattolica della diocesi di Salerno, Elisabetta Barone, e dal marito, Giuseppe Pantuliano, consigliere nazionale di AzioneCattolica, i quali in un dibattito hanno illustrato le dinamiche della vitaassociativa, manifestando apprezzamento per la formula del gemellaggio.Lesperienza si è conclusa con la celebrazione della Santa Messa per entrambi isettori, dove tutti hanno dato la propria testimonianza di come hanno vissutoil campo scuola. Tra qualche lacrima di nostalgia si è tornati a casa,certamente cresciuti e arricchiti da questa esperienza e soprattutto con lavoglia di incontrarsi ancora e ripetere lesperienza di gemellaggioparrocchiale.
Sono commosso dal vedere tanti giovani e bambini impegnati insieme purprovenendo da realtà diverse territorialmente dice il parroco don SalvatoreVerde da parte mia, se trovo disponibilità, prometto di prodigarmi per ilprossimo campo scuola invernale affinché lesperienza di gemellaggio siripeta; non vedo motivi per negarla, anzi è unesperienza arricchente che puòsoltanto migliorare, tra laltro a chiederla sono gli stessi ragazzi delle duerealtà parrocchiali, segno che questo modello di campo funziona. Non bisognatemere i confronti. Siamo già alla terza esperienza insieme. Potrebbe esserciancora unaltra parrocchia con noi, vedremo. Qualcuno è diffidente, ma sonocerto dell’utilità di queste scelte, non mi faccio problemi perché la mia unicaintenzione è di legare questi giovani e bambini a Dio e non a me stesso, Dio è il protagonista non noi, quindi mi sento molto libero e convinto.
Lamotivazione di questi gemellaggi è che dal confronto si cresce conclude il parroco ringrazio,pertanto, lAzione Cattolica della Parrocchia dellImmacolata di Qualiano, chepermette questa esperienza di confronto arricchente con lAzione Cattolicadella mia Parrocchia.