Gli ex An: “Non accettiamo lezioni di politica da Sagliocco”

di Redazione

 AVERSA. I consiglieri del Pdl, Gianpaolo Dello Vicario, Gino Della Valle e Michele Galluccio rispondono alla lettera inviata loro dal sindaco Giuseppe Sagliocco, come segno di apertura nell’ambito della crisi che sta investendo la maggioranza consiliare.

“Confessiamo che, pur leggendola con estrema attenzione, e più volte, non siamo riusciti a comprendere se il ‘divagare astruso’ della missiva sia stato volontario o sia il frutto di una oscura strategia comunicativa”, esordiscono gli ex An, che avevano sottoposto al primo cittadino i seguenti punti: “Mutamento radicale, sotto l’aspetto formale e sostanziale, di atteggiamenti e comportamenti non del tutto “politically correct”; una maggiore condivisione delle azioni politiche e amministrative; una valorizzazione del ruolo dell’ interpartitico attraverso un più frequente confronto tra esecutivo partiti e consiglieri; una rimodulazione dell’interpartitico; restituire al Consiglio Comunale il ruolo istituzionale che gli compete; azzeramento della giunta al fine di rilanciare l’azione politica ed amministrativa dell’intera coalizione”.Ma nella nota di Sagliocco, come loro stessi sottolineano, “non c’è alcuna risposta alle nostre semplici ma fondamentali richieste”.

Per i tre consiglieri “non è dato capire, leggendo quella missiva, se il sindaco smetterà di brandire la clava, usando la dovuta ‘cortesia istituzionale’ nei confronti degli esponenti della Giunta e del Consiglio, se cambierà registro convocando con maggiore frequenza gli interpartitici, se vorrà davvero condividere le azioni politiche della sua amministrazione con partiti e consiglieri comunali; se non si avvarrà più dello strumento dell’ordinanza, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge, se considererà adeguatamente le mozioni e le iniziative prodotte dal Consiglio, se ridarà al Consiglio il ruolo e le proprie competenze e se azzererà la Giunta”.

Invece di sciogliere questi nodi, Sagliocco, infatti, scrive: “La politica con la P maiuscola va nobilitata con quotidiano impegno e costante affermazione”. “Ma che vuol dire?”, si chiedono i tre consiglieri. E, ancora, il sindaco scrive: “La politica con la P maiuscola dovrebbe orientare la nostra azione verso quella ‘Res Publica’ dovrebbe essere la costante dell’agire quotidiano, in coerenza con le cose dette”.

Aquesto punto, ai consiglieri vien da dire: “Speriamo non in coerenza con quello che si scrive, altrimenti sai che confusione!”. Poi i tre pidiellini sottolineano: “Non riusciamo a capire qual è questo ‘dato innovativo messo in campo rispetto alla partecipazione a bandi’, e cosa c’entri con quei argomenti indicati nel nostro documento. Non si capisce chi fa o faceva degli abusi, o chi fa inciuci mentre era radicato nelle individuali riflessioni (?). A questo proposito non ci stanchiamo di ribadire che chi sa deve denunciare e che per un pubblico ufficiale, la denuncia costituisce preciso obbligo di legge e la sua omissione costituisce reato. La domanda nasce spontanea: fumo dell’illusionismo o tattica distrattiva? Nella lettera si usano tante parole, che sono tra loro sconnesse (‘come le strade di Aversa…..’) e frasi monche (“…a tutti bisogna dare la possibilità, ma se tutti sono in condizioni di rappresentare le proprie idee e di convincere gli altri della bontà delle stesse’). Trascurando il ‘chi che sia”, questo scrivere per non dir nulla e non rispondere, crediamo che sia una mancanza di rispetto del ruolo che rivestiamo. Francamente, non riusciamo ad interpretare diversamente”.

“Vorremmo rassicurare il redattore (sperando che non sia il sindaco) di una lettera di questa portata, che gli aversani conoscono bene personaggi e fatti ed è forse per questo che si sono espressi in un determinato modo alle scorse amministrative. Non accettiamo certamente da nessuno lezioni di come si sta in un partito o come si amministra. Da questo punto di vista sfidiamo chiunque ad asserire che non siamo rispettosi coerenti e militanti di partito (sempre che il partito sia fedele a se stesso ed ai propri elettori), al massimo potremmo accettare da qualcuno lezioni di carrierismo e cambi repentini di partito se, violentandoci, riuscissimo ad essere bandiere al vento della convenienza”.

“Ma l’enunciato più enigmatico della missiva, per i consiglieri, è “Sui principi non si negozia”. “I principi non negoziabili nelle cose amministrative sono come i cavoli a merenda. – ironizzano gli ex An – Essi attengono alla morale della Chiesa e all’alta Politica su scelte fondamentali nel campo della famiglia, della vita, della scuola. Volendo affrontare, poi, il modus operandi dell’amministrazione, per noi ci sono, c’erano e ci saranno sempre dei principi sui quali non si può patteggiare: legalità, trasparenza e il rispetto dei ruoli istituzionali”.

Pertanto, i tre chiedono al sindaco “per correttezza istituzionale, di prendere carta calamaio e penna e di scriverci, evitando, se possibile, le chiusure ‘regali’ o ‘papali’ (‘…Con questo spirito sono disposto ad ascoltarvi”) e di risponderci sic e simpliciter sui quesiti che abbiamo posto”.

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