La scuola “San Biagio” abbandonata da tre anni

di Antonio Arduino

 AVERSA. Chi ricorda l’esistenza del plesso scolastico San Biagio. Realizzato in un’area interna alle palazzine di proprietà comunale di via San Lorenzo?

Era parte integrante del Quinto Circolo Didattico che ha sede in via Madre Teresa di Calcutta. Ospitava una decina di classi elementari. Una struttura completa di tutto, realizzata nel pieno rispetto delle norme sull’abbattimento della barriere architettoniche, posta all’interno di un’area verde, ricca di spazio, tutto quello necessario a bambini in tenera età che devono sgranchire le gambe, giocando in un cortile protetto e reso sicuro dalla presenza di una solida recinzione.

Quella struttura c’è ancora ma da tre anni è lasciata a se stessa. Diventata inutile per la riduzione della popolazione scolastica, fu chiusa e abbandonata. Proprio così abbandonata e lasciata incustodita. Così mani ignote hanno portato via tutto quanto era possibile asportare e l’area verde si è trasformata in discarica, frequentata da topi, scarafaggi e altri animali.

Questo malgrado le proteste fatte dagli cittadini che abitano negli edifici immediatamente circostanti che in più occasioni, dicono, avrebbero chiesto l’intervento degli addetti al servizio di igiene urbana, segnalandone la necessità alla polizia municipale.Nonostante tutto, stando a quanto è possibile vedere restando fuori dalla recinzione la struttura sembra ancora utilizzabile e considerando che la città, quindi la popolazione, paga profumatamente, si parla di 40 mila euro all’anno, l’affitto di uno scantinato in via Nobel che funge da archivio comunale sembra logico chiedere perché al suo posto non si utilizzi questa struttura che non costerebbe un centesimo all’Ente locale.

Riaprendola e consegnandola all’uso pubblico, così come si è fatto per la maxi struttura pronta da anni ma lasciata inutilizzata di piazza Papa Giovanni XXIII destinata ad ospitare un mercatino rionale, trasformata in archivio per il tribunale di Napoli nord, si potrebbe portare una ventata di rinnovamento e di vivibilità in una zona periferica e dimenticata della città.

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