Lama scrive a Sagliocco: “Bisogna cambiare registro”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. “Con la presente intendo sollecitare la Sua attenzione sul diffuso malcontento generatosi all’interno di quella stessa maggioranza che, non molto più di un anno fa, Le consentì di essere eletto sindaco della città di Aversa”.

Questo l’incipit del documento inviato al sindaco Giuseppe Sagliocco dalla consigliera comunale autonomista Imma Lama. “Con un minimo di onestà intellettuale – scrive la giovane professionista aversana che compie una sorta di excursus si questi 16 mesi di amministrazione – andrebbe riconosciuto che, a distanza di un anno, nulla è cambiato quanto ad atteggiamenti antidemocratici assunti nella gestione della cosa pubblica.

Difatti, ricorderà certamente che già all’indomani dell’insediamento del Consiglio comunale, fui costretta, con rammarico, a prendere atto della totale assenza di democrazia che cominciava a prendere forma attraverso l’assegnazione di incarichi di giunta che mortificavano e snobbavano (come, invero, ancora oggi accade) il contributo di oltre duemila persone che avevano creduto nel movimento che rappresento e che avevano dimostrato massima lealtà nei confronti del sindaco Sagliocco.

Da allora, nonostante il mio disagio, ho comunque tentato di esercitare il ruolo per il quale i miei concittadini mi hanno conferito mandato, attendendo con speranza il ripristino delle regole della democrazia, il cui principale fondamento risiede proprio nel voto popolare. Ma questo ripristino, ahimè, non è mai avvenuto”.

Da queste considerazioni Lama passa ad un’analisi della situazione attuale: “Oggi, mi rendo conto, mio malgrado, di non essere più l’unica a lamentare la totale assenza di condivisione e partecipazione, a segnalare la completa assenza di dialogo, a constatare che le decisioni che riguardano la nostra città non sono intraprese a seguito di incontri e confronti, ma quasi sempre sulla base dell’umore giornaliero di qualcuno o di alcuni”.

Anche qui, come negli altri documenti presentati in questi giorni, la stessa sostanziale conclusione: “Dunque, alla luce di quanto suesposto, la scrivente chiede, innanzitutto, un cambiamento di metodi e comportamenti che allo stato attuale dei fatti risultano essere volti più all’esclusione che alla partecipazione, in secondo luogo, di riattribuire al consigliere comunale il ruolo naturale che gli compete e, infine, di procedere ad un restyling della giunta che tenga conto,in maniera adeguata, del buon diritto ad essere rappresentati nell’esecutivo di quelle forze politiche che hanno contribuito alla Sua elezione a sindaco di questa città”.

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