Tribunale, gli avvocati napoletani protestano e scrivono a Letta

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Gli avvocati napoletani non ci stanno alla decisione, oramai adottata, di allocare il tribunale di Napoli Nord ad Aversa.

E pur essendo consapevoli che non c’è alternativa valida, perchè non la propone, il loro presidente dell’ordine, l’avvocato Francesco Caia invia una nota al presidente del consiglio Letta, alle competenti commissioni parlamentari, al Consiglio Nazionale Forense e all’Organismo Unitario dell’Avvocatura una nota di critiche fine a se stesse, senza che ci sia un solo suggerimento o richiesta se non quella di non aprire quel tribunale. Insomma, solo invidia e difesa campanilistica.

Questo uno stralcio della nota degli avvocati napoletani: “A sei giorni dall’entrata in vigore dalla cd riforma della geografia giudiziaria, la visita degli avvocati napoletani, avvenuta il 5 settembre u.s., al Castello Aragoese di Aversa, sede del Tribunale di Napoli Nord, ha confermato l’oggettiva impossibilità di iniziare l’attività il prossimo 13 settembre 2013, come più volte evidenziato sin dalla sua individuazione avvenuta da parte del Ministero soltanto a fine giugno 2013.

Infatti si è potuto constatare che, al di là delle stanze vuote e sporche, con la presenza anche in alcuni ambienti di escrementi di colombo, mancano: arredi, allestimento delle aule di udienze, computer e sistemi audiovisivi; sistema di cablaggio impianti; servizi igienici adeguati e sufficienti anche alle esigenze dei soggetti diversamente abili. Allo stato non si è ancora provveduto nemmeno ad individuare uno spazio dove allocare l’ufficio Unep, che

è tra le condizioni indispensabili all’inizio dell’attività giudiziaria; inoltre, mancano parcheggi e mezzi di trasporto per il collegamento con i territori dei Comuni del circondario. Ancora risultano carenti o assenti le misure di sicurezza sia per l’accesso degli utenti del Tribunale che per la traduzione dei detenuti. In ultimo, allo stato, non risultano assegnati a tale sede né il personale di cancelleria nè i magistrati.

Tale sopralluogo avveniva con la presenza del capo del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del ministero della giustizia, dottor Luigi Biritteri, artefice della riforma della geografia giudiziaria, il quale, a fronte delle oggettive deficienze riscontrate ed evidenziate dagli avvocati, confermava la volontà di dare inizio alle attività alla scadenza del termine del 13 settembre, non tenendo in alcun conto le gravissime problematiche innanzi evidenziate così dimostrando totale insensibilità per la tutela dei diritti dei cittadini”.

Netta, chiara e immediata la risposta dell’avvocato aversano Carlo Maria Palmiero, componente del Comitato Forense per l’attivazione del Tribunale di Napoli Nord: “Non comprendo queste polemiche, a meno che non si voglia perseguire uno scopo diverso da quello rappresentato. A seguito della riforma della geografia giudiziaria, l’unica realtà beneficiaria di interventi aggiuntivi è quella delle province di Napoli e Caserta, che, in via diretta, vedono la nascita di un nuovo Ufficio in una realtà martoriata dalla presenza di un’aggressiva criminalità organizzata e dalla devastazione del territorio e, in via indiretta, vedono lo sgravio delle preesistenti sedi di Napoli e di Santa Maria Capua Vetere di corposo carico giudiziario. Per fruire di quest’opportunità, il Ministero ed il Comune, dopo il 14 giugno, data in cui è stata confermata la possibilità di localizzare il Tribunale ad Aversa, hanno fatto i salti mortali per presentarsi all’appuntamento all’altezza delle aspettative. I capi degli Uffici del Distretto, presidente della Corte d’Appello e procuratore generale, hanno espressamente riconosciuto l’idoneità dei locali, degli spazi e delle strutture (alcune delle quali, peraltro, ancora oggetto di lavori diurni e notturni). E’ chiaro, tutto è perfettibile, ma negare l’evidenza dei fatti è eccessivo, posto che considerati i tempi necessari per l’espletamento delle procedure di mediazione in posti dal cosiddetto decreto legge del fare, in tempi di comparizione da garantire per i nuovi giudizi, il carico del nuovo tribunale si formerà poco alla volta e ben potrà essere gestito con personale distaccato. Ora, di cosa ci si duole se, sia il Tribunale di Napoli e il Tribunale di Santa Maria Cv, con decreti dei relativi presidenti, hanno dichiarato la propria incapacità ad ospitare presso le proprie sedi il carico di tutte le sezioni distaccate? Le condizioni in cui attualmente versano le aule e nei locali situati nel castello aragonese sono oggettivamente adeguate e comunque molto più dignitose rispetto a quella di altre strutture italiane e, in particolare, di quelle dello stesso tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ubicato, per quanto attiene alle sezioni civili, in un condominio nel quale, per andare in bagno, bisognava recarsi in un container posizionato nel cortile, di cui era possibile fruire solo a seguito di arditi atti di equilibrismo. Certo, bisogna vigilare affinché non vengono accolte strumentali proposte di rinvio dell’attivazione tendenti, per quanto è lecito sospettare, ad impedire del tutto l’istituzione della nuova struttura, con evidente danno per la collettività, i cittadini, e se lo consentite, per gli avvocati. Il nuovo Tribunale, tra l’altro, beneficerà degli effetti positivi del cosiddetto arretrato zero ed in proposito è da apprezzare l’allarme lanciato al ministero dal senatore Pasquale Giuliano circa l’opportunità di un decreto-legge volto a chiarire che la competenza territoriale penale del nuovo ufficio giudiziario scatterà per i fatti accertati e commessi dopo la relativa attivazione, ossia il 14 settembre”.

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