NAPOLI. 226 assunti, duecentoventicinque licenziamenti. Si salverebbe solo il direttore dell’Ipercoop di Afragola secondo i piani Unicoop, in pratica la dismissione dell’intero supermercato.
Così, alle porte di Napoli, i dipendenti decidono di salire sul tetto, minacciando il tuffo nel vuoto. Sotto, un rumoroso gruppo di manifestanti con annunci funebri che recitano la morte della “Coop”. E’ il caso più eclatante della Regione, ma la crisi della catena di ipermercati ha toccato anche Avellino (con blocco stradale) e altri punti nevralgici come Quarto e Arenaccia.
Al centro delle polemiche c’è il piano di salvataggio aziendale, piano già rigettato nello scorso luglio dagli stessi sindacati che lo hanno ritenuto irricevibile. Un programma che a detta dei dipendenti non presenterebbe le necessarie garanzie occupazionali.
“Sono proposte inaccettabili”, commentano gli scioperanti riferendosi ai drastici tagli in busta paga, paragonando quello di dismissione a un piano leghista che penalizza i meridionali. Nel frattempo, è scaduta la procedura di mobilità avviata da Unicoop, attuale proprietaria. Le serrande sono abbassate da quasi una settimana e non si vede ancora via d’uscita dall’empasse.
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