CASERTA. Non cè due senza tre. E il Festival ha inanellato lunedì sera lennesimo successo con la seducente performance di Malika Ayane, altra grande ed attesa protagonista di Settembre al Borgo 43 Face to Fest 2013.
La notte di note della cantautrice milanese (preceduta da un lungo applauso del pubblico della rassegna, dedicato allo scrittore scomparso Alberto Bevilacqua) ha incantato la platea gremita allombra della Torre dei Falchi, salendo sul palco con un meraviglioso abito da sposa e dando il benvenuto agli spettatori, ma anche a se stessa in un contesto che ha reso ancora più unico il suo concerto. Per lei, infatti, è stata la prima volta in assoluto a Casertavecchia e, con una scaletta ricchissima, che ha alternato brani in italiano e in inglese, la Ayane ha saputo coinvolgere il pubblico, invitandolo a più riprese a cantare insieme.
Da segnalare il coro appassionato durante il brano Sospesa, al termine del quale lartista si è complimentata con i presenti, sottolineando le sonorità imbattibili dei fan campani. Così come quando, a metà concerto, la platea festante ha intonato il noto ritornello di Coshai messo nel caffè.
Dopo i suoi più grandi successi (E se poi, Ricomincio da qui, Tre cose e Come foglie), la Ayane ha concluso lo spettacolo in abito scuro sulla note de La prima cosa bella, chiedendo alle coppie in sala di scambiarsi un bacio. In chiusura ringraziamenti per Regione Campania, Provincia di Caserta e Settembre al Borgo: Mi avete offerto unoccasione straordinaria e la possibilità di partecipare ad una rassegna che non dimenticherò. Poi, lasciato il palco, ha aggiunto: Casertavecchia è un borgo incantato, tornarci sarebbe davvero meraviglioso. Mi inviterete di nuovo, vero?.
Intanto, in piazza Vescovado, terzo appuntamento con le Malmaritate, che, nonostante la serata umida, figlia di un pomeriggio piovoso, hanno confermato di essere a pieno titolo laltra anima del Festival. Con le interpretazioni di Chiara Buratti di scritti dedicati alla libertà, che hanno incrociato le memorie dautore del 43 a Roma (43, come gli anni della resistenza di questo Festival) del musicista romano Pino Marino, noto al pubblico e alla critica per il suo talento innato: anche lui tra le anime popolari di una rassegna, che sta puntando dritto al cuore della tradizione.