Bari, psichiatra uccisa a coltellate da un suo paziente

di Redazione

 BARI. Una dottoressa del servizio di igiene mentale, Paola Labriola, è stata uccisa da un suo paziente a Bari. La donna di 53 anni, una psichiatra molto nota in città, era impegnata in una serie di visite ai pazienti del Sim del quartiere Libertà, quando uno dei suoi assistiti, un uomo di 44 anni, l’ha colpita almeno 28 volte con un coltello.

L’aggressore sarebbe un tossicodipendente di 44 anni che già in passato era stato paziente della dottoressa. Nella mattinata di mercoledì si sarebbe recato al suo centro di riferimento. Trovatolo chiuso avrebbe quindi deciso di andare in un centro della circoscrizione Libertà.

Da qui lo avrebbero allontanato dopo una sua richiesta di denaro. L’uomo avrebbe quindi deciso di spostarsi al vicino centro di salute mentale di via Casale, dove lavorava la dottoressa Labriola e dove si era già recato varie volte in passato. Anche qui avrebbe chiesto soldi, ma al rifiuto della psichiatra, l’uomo l’ha aggredita accoltellandola a morte con un vecchio coltello da cucina che, probabilmente, si era portato da casa.

Il paziente è stato bloccato a fatica da uno degli infermieri presenti nella struttura, dove si trovavano anche tre medici. Quando sono intervenuti nell’ambulatorio allertati dalle urla della vittima, per la psichiatra non c’era più nulla da fare. A ucciderla probabilmente un fendente alla gola. La psichiatra da venti anni era in servizio presso le strutture di Igiene Mentale della città. Era sposata con un collega e aveva due figli.

Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, giunto in seguito sul luogo del delitto, ha proclamato il lutto cittadino. Al centro si è recata anche l’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Elena Gentile. “E’ un episodio tragico, frutto di una esperienza drammatica come quella del disagio psichiatrico. – ha dichiarato l’assessoreGentile – Esprimo il mio personale cordoglio – ha aggiunto – e la vicinanza di tutto il governo regionale alla famiglia della dottoressa Labriola. Il tema della sicurezza è all’attenzione del governo regionale ma è difficile pensare di poter presidiare ogni angolo dove può consumarsi un atto di violenza”.

“In passato – ha aggiunto l’assessore regionale – si sono verificati altri episodi, le guardie mediche sono luoghi nei quali molto spesso si manifestano atti di violenza. Ma ciò accade anche nei pronto soccorso e negli ospedali e quindi è assai difficile pensare che con le esigue risorse si riesce a presidiare ogni angolo sensibile. Chiederemo anche alle forze dell’ordine di darci una mano. Domani convocherò tutti i direttori generali per verificare le possibili soluzioni”.

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