Concordia, di origine animale i resti ritrovati. Speranze vive dei familiari

di Emma Zampella

 GROSSETO. Sarebbero di origine animale i resti ritrovati sul fondale delle acque dell’isola del Giglio, in prossimità del relitto della Concordia.

Il ritrovamento sarebbe avvenuto a seguito dell’immersione operata dai sub delle Capitanerie e della Gdf, che assieme a quelli della Marina, della Polizia e dei Vigili del fuoco, hanno iniziato a perlustrare la zona solo 10 giorni fa, quando la nave è stata sostata dallo sperone di roccia su cui si è posata per più di un anno. I resti sono stati individuati in quella che sulle mappe di ricerca era indicata come “area 3 del centro nave”, vale a dire la zona in prossimità del ponte 4, quello da cui furono calate le ultime scialuppe del lato di dritta e dove i sopravvissuti raccontarono di aver visto per l’ultima volta Maria Grazia e Russel, gli ultimi dispersi di cui non si conservano i resti.

Le speranze per i familiari dei dispersi sono state però rese vane da quanto comunicato nella mattinata di venerdì dagli uomini addetti alle ricerche. “Nel corso delle attività di ricerca svolte in mare in corrispondenza della zona centrale della nave,i sommozzatori della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza hanno individuato alcuni restila cui natura deve essere ancora definita attraverso il test del Dna” ha comunicato il Commissario delegato per l’Emergenza Concordia. Da questo momento, partono le attività di repertazione a opera degli specialisti del reparto dei Ris dei Carabinieri. “Gli esami del DNA sui resti ossei recuperatidai sommozzatori dei Carabinieri ìdal fondale vicino alla Costa Concordia non sono ancora stati effettuati. Di conseguenza, non è possibile dare alcuna informazione aggiuntiva al riguardo. Per averne – precisa – ci vorranno alcuni giorni. Erano stati chiesti cautela e rispetto- aggiunge la nota della struttura del Commissario per l’emergenza Concordia -. Cautela perchè solo l’esame del DNA avrebbe fugato ogni dubbio; rispetto perchè dietro questa vicenda non dovrebbe esserci la morbosa esigenza di “conoscere”, ma solo il dolore di due famiglie che, da molto tempo, sperano che vengano restituiti i resti dei loro cari. Una attesa, la loro, fatta di compostezza e dignità.

Pertanto, si chiede nuovamente di prestare la dovuta cautela prima di ‘lanciarè all’attenzione pubblica presunte notizie apprese da non meglio identificate fonti”. Quei resti potrebbero appartenere ai unici due dispersi di cui non si sono avute più tracce, ma a cui si lega la speranza dei familiari. “Aspettavo questa notizia da una settimana, cioè da quando sono iniziati i lavori sulla nave. Sto cercando di controllarmi ma sono molto emozionato”, ha detto all’AdnkronosKevin Rebello, fratello di Russel, uno dei due dispersi mai trovati.

“Ho già avvisato mia cognata e mia madre che stanno pregando perché i resti siano veramente di mio fratello – ha aggiunto Kevin Rebello – è importante avere un posto su cui piangere e dove pregare”. Elio Vincenzi è invece il marito di Maria Grazia Tricarico dispersa anche lei nel naufragio della Concordia. Anche lui aspettava da venti mesi il ritrovamento del corpo di sua moglie. “Ho appena saputo dagli operatori che sono all’Isola del Giglio che i resti recuperati oggi stanno viaggiando verso Grosseto per l’esame del dna. Sono stato informato dalla Protezione Civile, dalla Costa e dal sindaco del Giglio – ha spiegato all’Adnkronos Vincenzi – sono stati tutti molto affettuosi. Ora dobbiamo aspettare gli esami per vedere se, effettivamente, si tratta dei resti di mia moglie”. Vincenzi, sin dall’inizio aveva ipotizzato che sua moglie fosse sul fondale: “Dai ritrovamenti sembra che avessi ragione”, ha detto. Ora “cerco di mantenere la calma”, tornerà al Giglio “solo dopo l’esito del dna. Voglio che le autorità continuino a lavorare tranquillamente, aspetterò a casa con mia figlia”.

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