Crisi, Napolitano riceve Letta. Il Pdl si spacca

di Redazione

 ROMA. Le dimissioni dei ministri del Pdl, richieste in una nota da Silvio Berlusconi, aprono la crisi del governo Letta, bollato dal Cavaliere come un “esecutivo senza autonomia”.

La decisione del leader del Popolo della libertà, giustificata col mancato stop dell’aumento dell’Iva, scatena la rabbia del premier (che twitta: “Berlusconi rovescia frittata, italiani non abbocchino!”, spiegando poi che i motivi di Berlusconi sono solo personali) e del Pdl, col segretario Epifani che parla di gesto “assurdo e inquietante”.

E mentre si attende il discorso di Letta alle Camere, previsto per la prossima settimana, si inizia a parlare dei possibili sviluppi della crisi (varie le opzioni in campo, dalle elezioni immediate a un governo di scopo per cambiare il sistema elettorale), mentre si avvicina il semestre italiano in Europa e incombono numerose scadenze in materia fiscale, a partire dalla legge di stabilità.

La mossa di Berlusconi non va giù a due ministri del centrodestra, Beatrice Lorenzin e Gaetano Quagliariello, che annunciano che non aderiranno a Forza Italia.

Napolitano, per ora, non sembra cedere alla richiesta di elezioni anticipate nonostante le critiche di Grillo che chiede le sue dimissioni. In giornata dovrebbe incontrare il premier Letta. Da quanto scrivono i giornali, vengono comunque confermati i paletti che il Capo dello Stato ha piantato in questi mesi: niente ritorno alle urne, non con questo sistema elettorale, non con la legge di stabilità da scrivere e varare, non senza essere rientrati sotto il 3%, non se questo dovesse pregiudicare il semestre italiano di presidenza dell’Ue (tutte le misure a rischio). Intenzioni ribadite anche dal Pd, che con Franceschini dice: “Non si voti con questo sistema elettorale”.

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